Se la spalla “esce” dalla sua sede naturale, da sola o a seguito di un trauma, rientrando spontaneamente o bloccandosi completamente, con dolore forte o con un sonoro “clic-clac”, molto probabilmente si tratta di lussazione di spalla. Cosa fare, e cosa può fare l’ortopedico? Ne parliamo con il dottor Andrea Lisai, ortopedico di Humanitas San Pio X.
Lussazione e instabilità: quali sono le cause?
«Quando la spalla si lussa, cioè esce dalla sua sede naturale perdendo i normali rapporti articolari tra testa dell’omero e glena scapolare, l’articolazione risulta instabile – spiega il dottor Lisai -. Quando parliamo di lussazione, quindi, non possiamo evitare di parlare di instabilità di spalla, che molto spesso è anche la causa di successivi e spesso numerosi episodi di lussazione (lussazione recidivante), che seguono il primo evento, spesso in età giovanile.
L’instabilità può essere presente dalla nascita (instabilità congenita per lassità dei legamenti) oppure può essere scatenata da traumi, ad esempio a seguito di scontri e cadute durante l’attività sportiva. Nel primo caso spesso l’instabilità è multidirezionale, perché presente su tutti o più piani di movimento della spalla. Nel secondo caso, invece, la tipologia più frequente è quella monodirezionale. Il genere, le persone con instabilità congenita sono abituate a conviverci nella quotidianità, anche se per alcune attività ad alta richiesta funzionale (sport, lavoro, hobby) può essere una condizione limitante. Invece, se si tratta di instabilità post traumatica, successivi episodi di lussazione o sublussazione possono accadere anche svolgendo banali movimenti quotidiani. In entrambi i casi è frequente l’instaurarsi di un senso di timore ogni volta che si svolgono i movimenti che provocano dolore».
Lussazione: cosa non fare e cosa può fare l’ortopedico di spalla?
«La lussazione di spalla è molto più frequente nelle persone che presentano già un’instabilità di spalla – continua l’esperto -. Quando la spalla si lussa, è fondamentale non eseguire o far eseguire manovre di riposizionamento della spalla da non esperti: il rischio è di provocare lesioni anche gravi come fratture dell’omero o della glena. Pertanto, in caso di lussazione, rivolgersi al pronto soccorso dove verrà eseguita una radiografia è fondamentale per evitare ulteriori danni. In caso di un successivo episodio di lussazione, è consigliabile rivolgersi a uno specialista per valutare eventuali danni già presenti e definire la terapia più adatta a ridurre l’instabilità ed evitare successive lussazioni. La visita eseguita da uno specialista della spalla permette di definire il percorso terapeutico per il paziente. In alcuni casi può essere necessaria l’Artro-RMN, una risonanza magnetica eseguita con infiltrazione di mezzo di contrasto nella spalla, che ha l’obiettivo di distendere le strutture articolari e migliorare la visualizzazione delle eventuali anomalie nell’articolazione».
Lussazione: quando è necessario l’intervento?
«Sulla base dei risultati diagnostici e dalla considerazione delle esigenze funzionali e sintomi del paziente viene stabilito il trattamento che ha lo scopo di stabilizzare la spalla – conclude il dottor Lisai -. Nei casi di lussazione di spalla, il trattamento può essere conservativo (fisioterapia, rinforzo muscolare) nei casi post lussazione con basso rischio di recidiva e di limitazione funzionale, o chirurgico, anche in artroscopia, in caso di pazienti con elevata richiesta funzionale oppure con lussazioni recidivanti che compromettono gravemente la vita quotidiana del paziente».
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