Il dolore da artrosi, un trauma, la limitazione nei movimenti del ginocchio sono i motivi principali che portano le persone a rivolgersi all’ortopedico. Nei casi più gravi, lo specialista può consigliare l’intervento che, in caso di protesi può essere effettuato anche con tecnica robotica. In tutti i casi in cui è necessario l’intervento, però, seguendo i consigli dell’ortopedico è possibile prepararsi, iniziare la mobilizzazione precoce e quindi rientrare rapidamente alle proprie abitudini e attività quotidiane.
Approfondiamo l’argomento con il dottor Federico D’Amario, responsabile dell’Unità Operativa di Ortopedia Protesica e Ricostruttiva Anca e Ginocchio di Humanitas San Pio X.
Quanto dura il ricovero dopo un intervento al ginocchio?
- Protesi di ginocchio
L’intervento di protesi al ginocchio è consigliato nei casi di artrosi in cui le terapie conservative non danno beneficio o non sono indicate. Esistono diverse tecniche chirurgiche (tradizionale, robotica) e diverse protesi (monocompartimentale, totale) la cui scelta dipende da numerosi fattori valutati durante la visita ortopedica.
Rispetto alla tecnica tradizionale, la chirurgia robotica per l’impianto di protesi di ginocchio ha permesso di ridurre i tempi di ricovero in ospedale a circa 3-4 giorni e, grazie all’estrema precisione chirurgica garantita dal robot, di ridurre lo stress intraoperatorio (risparmio di tessuti e di osso, minore perdita di sangue) del paziente. Questo si traduce in un migliore recupero subito dopo l’intervento, minor dolore, minor rischio di complicazioni e un più rapido rientro alle normali attività quotidiane, anche sportive, per chi praticava sport prima dell’intervento.
- Intervento in artroscopia
Nella maggior parte degli interventi al ginocchio viene utilizzata la tecnica artroscopica, una chirurgia poco invasiva e molto ben tollerata dal paziente, che non richiede ricovero. L’artroscopia del ginocchio può durare tra 30 e 90 minuti, a seconda della complessità della patologia da trattare. Rispetto alla tecnica a cielo aperto, ovvero con taglio chirurgico, in genere l’artroscopia non richiede ricovero e permette al paziente di tornare a casa il giorno stesso dell’intervento utilizzando le stampelle per camminare, per un periodo che varia a seconda del tipo di intervento.
Cosa significa mobilizzazione precoce?
La mobilizzazione, cioè il fatto di non rimanere a letto dopo un intervento di ortopedia e di riprendere in breve tempo (ore) a muovere l’arto operato, è un fattore particolarmente importante nella guarigione e nel recupero della funzione, specie in persone anziane, con malattia cronico degenerative o altre invalidità dell’apparato locomotore. Infatti, durante l’intervento di protesi, ad esempio, in sala operatoria viene valutata la capacità del ginocchio di piegarsi e compiere ogni movimento; tuttavia, il recupero della funzione dipende dalla capacità del paziente di rimettersi in attività nel più breve tempo possibile.
Per raggiungere questo scopo, ovvero la mobilizzazione precoce, oggi è sempre più consigliata anche la preparazione all’intervento con fisioterapia e rinforzo muscolare preoperatoria. Obiettivo della preparazione all’intervento, come dimostrato nella letteratura scientifica, è di permettere al paziente di raggiungere e mantenere il miglior livello funzionale possibile del ginocchio, spesso compromesso a causa del dolore artrosico prima dell’intervento, e di prepararsi a quello che dovrà fare nell’immediato post operatorio e nei giorni a seguire, come prendersi cura di sé, camminare con le stampelle, salire e scendere dal letto, da una sedia e poltrona.
Perché è importante la mobilizzazione precoce?
Gli esercizi e i consigli di preparazione all’intervento hanno lo scopo di far apprendere i gesti e i movimenti che verranno richiesti al paziente dopo l’intervento per camminare già il giorno dell’impianto della protesi, in genere entro le 6 ore dall’intervento, in sicurezza e compatibilmente con le condizioni post operatorie del paziente. La mobilizzazione precoce, così si chiama la richiesta di camminare a poche ore dall’intervento, contribuisce anche a ridurre il rischio di alcune complicazioni post chirurgiche associate all’immobilità, come ad esempio la trombosi.
Permettere al paziente di essere autonomo e indipendente in breve tempo e ottenere un recupero delle funzioni dell’arto operato più rapidamente, rappresenta un grande vantaggio soprattutto per le persone anziane e per chi presenta altre disabilità, come ad esempio limitazioni funzionali all’altra gamba. Proprio per questa tipologia di pazienti, la preparazione preoperatoria è altamente consigliata, sebbene non obbligatoria.
Visite ed esami
-
2.3 milioni visite
-
+56.000 pazienti PS
-
+3.000 dipendenti
-
45.000 pazienti ricoverati
-
800 medici