COME TI POSSIAMO AIUTARE?

Centralino
+39 02 6951 1
PRENOTAZIONE SSN
+39 02 6951 6000

LUNEDì – VENERDì
dalle 10.30 alle 12.00 e dalle 14 alle 16.30
SABATO CHIUSO

PRENOTAZIONE PRIVATI, ASSICURATI, CONVENZIONATI
+39 02 69 51 7000

LUNEDì – VENERDì
dalle 8.00 alle 19.00
SABATO - dalle 08.00 alle 13.00

PRENOTAZIONE PRELIEVI
02 69517000

Dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.00

HUMANITAS PER LEI
+39 02 69 51 5151

Dal lunedì al venerdì
Privati, Assicurati e Convenzionati
dalle 9 alle 17

SSN dalle 10:30 alle 17

CENTRO PRIMO INTERVENTO ORTOPEDICO

Dal lunedì alla domenica
Dalle 8.00 alle 20.00

+39 02 69 51 5555

Il servizio è effettuato in regime privato.

Ipocondria: malattia immaginaria o sintomi reali? 

Chi soffre di ipocondria non ha malattie immaginarie, sebbene l’uso comune del termine venga ancora oggi usato per definire la persona che immagini sintomi e malattie, ma non ha nulla. L’ipocondria, invece, provoca sofferenza autentica e reale, ma interpretata dall’ipocondriaco in modo eccessivo. 

Approfondiamo l’argomento con il dottor Francesco Cuniberti, psichiatra del Centro per i disturbi d’ansia e di panico di Humanitas San Pio X. 

Ipocondria: cos’è?

Ogni malessere e segnale che arriva dal corpo, diventa un problema grave, insormontabile per una persona che soffre di un disturbo ipocondriaco. Tuttavia, non esiste un solo modo di essere ipocondriaci: infatti, l’ipocondria può essere caratterizzata da sintomi somatici, ovvero con una sofferenza reale dovuta a vari sintomi, spesso di tipo gastrico, muscolare o depressivi, oppure da ansia di malattia. In quest’ultimo caso, la paura e l’ansia per un’eventuale malattia che potrebbe arrivare, contribuisce ad attivare due meccanismi di comportamento contrari: 

  1. evitare i controlli medici e gli esami per il timore di confermare le proprie paure con una diagnosi
  2. oppure di sottoporsi a frequenti esami e accertamenti.

Ipocondria da sintomi somatici

Il disturbo da sintomi somatici è caratterizzato dalla presenza di sintomi reali, di vario genere, spesso multipli, variabili nel tempo sia nell’intensità che nella frequenza. Chi soffre di questa forma di ipocondria soffre realmente, è in costante ansia per la propria salute, ma non prende in considerazione, né crede, alle rassicurazioni e al parere del medico, mentre la risposta alla terapia è sempre scarsa, e c’è un’alta sensibilità agli effetti collaterali dei farmaci. In pratica, l’assunzione di un farmaco, per chi soffre di ipocondria, darà sempre luogo a effetti collaterali.

Inoltre, la paura di ammalarsi è tale che, nell’ipocondria, la persona tende a evitare attività che ritiene pericolose, talvolta anche solo l’attività fisica, e chiedere spesso aiuto al medico. 

Ipocondria da ansia di malattia

Nel disturbo di ansia di malattia, più che di sofferenza per i sintomi, la persona ha il timore di malattie e dei loro sintomi, e avvertono una preoccupazione crescente al solo parlare dei sintomi che temono, tendendo ad esagerare la loro gravità. In genere, sono ossessionati dalla lettura di ogni tipo di informazione sulla salute, dall’utilizzo eccessivo di Internet per la ricerca di terapie e diagnosi online, e dalla rilevazione dei parametri misurabili del proprio corpo, come la pressione, la temperatura e il battito cardiaco. In alcuni casi, l’ossessione diventa un vero delirio somatico, tanto da essere convinti di avere una malattia grave.

Come gestire chi soffre di ipocondria?

Fondamentale è non sminuire ma neppure assecondare la persona ipocondriaca. Sofferenza, paure e ansie sono reali, ma è eccessiva l’interpretazione che ne fanno. Tuttavia, una volta diagnosticata, l’ipocondria può essere gestita e curata con la psicoterapia cognitivo comportamentale, che aiuta la persona ad adottare diversi modelli di pensiero o comportamento, per modificare il modo in cui si sentono. Quando l’ansia da ipocondria diventa invalidante, la terapia farmacologica può aiutare a ridurre e tollerare la sofferenza.

Visite ed esami

I numeri di Humanitas
  • 2.3 milioni visite
  • +56.000 pazienti PS
  • +3.000 dipendenti
  • 45.000 pazienti ricoverati
  • 800 medici