Malattie veneree e malattie trasmissibili sessualmente sono sinonimi che definiscono patologie diverse a livello genitale e sistemico contratte a seguito di rapporti sessuali. La difficoltà e il timore di parlarne apertamente, spesso, sono il motivo per cui alcune persone non si rivolgono allo specialista a primi sintomi ma solo quando la malattia è conclamata. Riconoscere i primi segnali, specie se insorti a seguito di rapporti sessuali non protetti, e rivolgersi allo specialista è fondamentale per iniziare tempestivamente la terapia adatta ed evitare complicanze nel lungo periodo.
Approfondiamo l’argomento con la dottoressa Raffaela Cinzia Di Pace, ginecologa e sessuologa di Humanitas San Pio X.
Non solo sifilide e gonorrea
Sifilide e Gonorrea sono solo alcune, e probabilmente le più note, tra le patologie sessualmente trasmissibili. In realtà, tra le malattie veneree più frequenti troviamo anche la Clamidia, l’Herpes genitale, i condilomi, più comunemente chiamati verruche genitali, o patologie causate da virus come HIV (AIDS), HBV e HCV (Epatite B e C), e HPV (Papilloma Virus).
Come capire se si è contratta una malattia venerea?
I sintomi sono diversi per ogni malattia trasmissibile sessualmente, anche tra maschi e femmine. Inoltre, i segni di infezione possono comparire sia a livello genitale, anale e perianale (vicino alla zona anale), sia sulla pelle, bocca, gola, o altri organi, sulla base del tipo di rapporto sessuale praticato.
È importante riconoscere alcuni segni caratteristici e rivolgersi al proprio medico in caso di:
- anomale perdite dalla vagina, dal pene o dall’ano visibili sugli indumenti intimi
- dolore pelvico (la parte bassa dell’addome)
- prurito genitale e perianale
- lesioni di qualunque tipo a livello genitale, anale o della bocca
- aumentata frequenza nel bisogno di urinare, bruciore, e talvolta anche dolore alla minzione
- dolore ai rapporti sessuali o sanguinamento.
Cosa fare se c’è il sospetto di un’infezione trasmessa per via sessuale?
Per i medici di famiglia, i ginecologi, urologi e sessuologi non è raro vedere persone che hanno sintomi di una infezione trasmessa per via sessuale. Pertanto, contattare e parlarne apertamente con un esperto è un atteggiamento di responsabilità nei confronti della propria salute e di rispetto nei confronti dei propri partner sessuali. In caso il medico abbia il sospetto che i sintomi siano riferibili a una malattia trasmissibile sessualmente, potrebbe richiedere esami di approfondimento che richiedono un tampone rettale, cervicale o vaginale, uretrale nel maschio, o faringeo, oppure un prelievo di sangue, urina o saliva.
Infatti, solo con una diagnosi eziologica corretta è possibile sia gestire i sintomi, sia iniziare una terapia specifica mirata alla guarigione dell’infezione rilevata. Inoltre, adottando opportune protezioni di barriera durante i rapporti sessuali, è possibile evitare la reinfezione.
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