Sebbene l’incontinenza urinaria sia comune durante tutto il periodo della premenopausa e menopausa, le perdite di urina non dovrebbero essere considerate normali o accettate passivamente. Rivolgersi allo specialista permette di comprenderne le cause e trovare una soluzione efficace.
Ne parliamo con la dottoressa Diana Pettinato, ginecologa di Humanitas San Pio X.
Menopausa e piccole perdita di urina: le cause
È comune che, in menopausa, molte donne abbiano piccole perdite di urina. Le cause possono essere associate alla riduzione degli estrogeni, che contribuisce all’assottigliamento del rivestimento dell’uretra, cioè quel tubicino che trasporta l’urina dalla vescica al di fuori del corpo; a un’alterazione del meccanismo di mantenimento della continenza dei tessuti dell’uretra e della vescica; a comportamenti e abitudini di vita, come l’abuso di alcol o di caffeina, e l’obesità; a patologie uroginecologiche come i prolassi e le cistiti ricorrenti.
Inoltre, con l’invecchiamento i muscoli pelvici circostanti l’uretra e l’apparato urogenitale in generale possono indebolirsi e dare luogo a un processo noto come “rilassamento pelvico”. L’indebolimento dei muscoli del pavimento pelvico insieme alla riduzione degli estrogeni è tra le cause principali di incontinenza da stress o da sforzo, caratterizzata da sintomi quali perdite di urina durante episodi di tosse, riso, starnuti e piccoli sforzi. In alcune donne, più che piccole perdite di urina, il disturbo prevalente è l’urgenza frequente e improvvisa di urinare (pollachiuria diurna e notturna, enuresi, urgenza minzionale). Causata da muscoli della vescica eccessivamente attivi o irritati, in questo caso si parla di incontinenza urinaria da urgenza.
Inoltre, nonostante il parto vaginale sia tra i fattori che aumentano il rischio di incontinenza dovuta ad un possibile prolasso, il processo di invecchiamento dei muscoli pelvici, insieme alla riduzione degli estrogeni fisiologica in menopausa, spiegherebbe perché anche le donne che non hanno avuto figli possono andare incontro a perdite involontarie di urina in perimenopausa e in menopausa.
Quando rivolgersi allo specialista?
L’incontinenza urinaria non è un disturbo da sottovalutare, che può compromettere sia la salute dell’apparato urogenitale, aumentando ad esempio il rischio di infezioni, sia la salute e il benessere psicologico e la qualità di vita della persona. Infatti, le piccole perdite di urina possono capitare in qualunque momento, anche durante l’attività sessuale, e questo può influenzare la vita sociale e di relazione della donna. Pertanto, è raccomandato non attendere che la situazione si risolva da sola – nella stragrande maggioranza dei casi non accade -, e rivolgersi al medico per una valutazione del problema, escludere la presenza di infezioni, prolassi, anomalie del tratto urinario o altre patologie, e quindi stabilire la terapia.
In genere, sulla base dei risultati degli accertamenti diagnostici per l’incontinenza urinaria e l’ecografia pelvica, nel caso di incontinenza urinaria da stress il medico può prescrivere esercizi muscolari di riabilitazione del pavimento pelvico (esercizi di Kegel) oppure la stimolazione elettrica, per rafforzare i muscoli e controllare la minzione. Nei casi di incontinenza da urgenza, invece, è necessaria anche la terapia farmacologica. Solo nei casi di prolassi vaginali, o altre patologie, viene preso in considerazione l’intervento chirurgico di correzione del prolasso.
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