La dismenorrea è il dolore pelvico, talvolta invalidante, che insorge all’arrivo delle mestruazioni. La sua presenza potrebbe essere dovuta a endometriosi, una patologia che colpisce le donne tra i 25 e i 45 anni. Per trattare la dismenorrea è importante capirne le cause con esami specifici.
Ne parliamo con la dottoressa Diana Pettinato, ginecologa di Humanitas San Pio X.
Quali esami servono per capire se si tratta di endometriosi?
La diagnosi di endometriosi avviene durante la visita ginecologica e la raccolta delle informazioni (anamnesi), per valutare la presenza dei sintomi e delle alterazioni caratteristiche della patologia. Con l’esame fisico, cioè la visita ginecologica interna, il ginecologo studia l’utero, l’endometrio, le ovaie e la pelvi grazie all’ecografia transvaginale e valuta l’eventuale presenza di localizzazioni endometriosiche visibili.
Se necessario, per completare la visita e individuare la presenza di possibili localizzazioni endometriosiche di piccole dimensioni nel setto retto-vaginale, nella cervice uterina o nei fornici vaginali, si può approfondire la diagnosi con la laparoscopia e, in casi specifici, anche con la risonanza magnetica a livello della pelvi.
Endometriosi: cause e sintomi
Oltre alla dismenorrea, l’endometriosi si può manifestare con sintomi quali il dolore durante i rapporti sessuali (dispareunia), dolore durante la defecazione (dischezia), irregolarità del ciclo, sanguinamento anomalo e sterilità. Sulle cause, invece, diverse sono le ipotesi, tra cui:
- la predisposizione genetica
- alcune alterazioni del sistema immunitario
- il ritorno del sangue dall’utero nelle pelvi (mestruazione retrograda) che trasporta così le cellule endometriali al di fuori dell’utero.
Altre ipotesi sostengono che l’endometriosi si sviluppi in seguito a una modificazione (metaplasia) del tessuto che ricopre la pelvi o per disseminazione delle cellule endometriali per via linfatica o ematica.
L’endometriosi è una malattia che può insorgere già da giovani e influenzare la qualità della vita della donna. Diagnosticare e curare l’endometriosi in giovane età è importante non solo per risolvere i sintomi, ma anche per evitare problemi di infertilità. Infatti, la difficoltà ad avere una gravidanza è connessa alle forme più gravi di endometriosi, a causa di una ridotta o assente pervietà tubarica dovuta ad aderenze (dovute all’infiammazione tipica dell’endometriosi o alla pregressa chirurgia) o di alcune localizzazioni della malattia.
Quali terapie in caso di endometriosi?
L’endometriosi può essere curata con vari approcci terapeutici che vengono discussi insieme alla donna sulla base della valutazione clinica e diagnostica. In caso di sintomi lievi e piccoli endometriomi a livello delle ovaie o impianti peritoneali, la terapia può prevedere l’osservazione e il monitoraggio dell’andamento della patologia, con controlli ginecologici frequenti.
In caso di dismenorrea con dolore forte e sintomi difficili da gestire, oppure per prevenire recidive in seguito a interventi chirurgici per endometriosi, le terapie mediche sono mirate a ridurre il dolore con l’assunzione di progesterone o della pillola anticoncezionale, che associa estrogeni e progesterone.
Quando nessuna delle terapie è efficace, l’intervento chirurgico laparoscopico è considerato risolutivo. Tuttavia, l’intervento è indicato in casi selezionati a causa dei possibili effetti collaterali come la riduzione della capacità riproduttiva della donna a seguito di lesioni e danni dei tessuti sani che potrebbero portare alla riduzione degli ovociti o all’alterazione della vascolarizzazione dell’ovaio.
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