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Metatarsalgia nei runner: come si cura?

La metatarsalgia è una malattia infiammatoria biomeccanica che coinvolge le articolazioni metatarsali. Nei runner, per esempio, l’avampiede è sottoposto a enormi sovraccarichi durante il passo: si stima infatti che i piedi di un runner sopportino un carico complessivo di circa 70 tonnellate per ogni chilometro. 

Approfondiamo l’argomento con il dottor Federico Usuelli, responsabile di Ortopedia della caviglia e del piede di Humanitas San Pio X.

Metatarsalgia nel runner: cosa provoca l’infiammazione?

Esistono due tipi di metatarsalgia: una di tipo biomeccanico, tipica dei runner, e una da compressione, come il Neuroma di Morton. Si tratta di due forme diverse che hanno cause e trattamenti distinti. Negli sportivi, specie nei runner, in genere l’infiammazione dei metatarsi può essere correlata a deformità dell’alluce, ad esempio alluce valgo o alluce rigido, traumi e microfratture da sovraccarico dell’avampiede, specie in chi si allena tutti i giorni. In presenza di deformità, l’alluce perde la sua funzione di spinta e “delega” ai metatarsi il suo compito nella fase propulsiva del passo: nel tempo, può comparire infiammazione al secondo metatarso, che può interessare anche il terzo e quarto metatarso. In questo caso si parla di metatarsalgia centrale. 

La metatarsalgia può comparire anche chi non pratica sport, sia in chi presenta alterazioni nell’appoggio del piede (pronatori, supinatori, con piedi piatti o cavi), sia in chi ha appoggio e arco plantare normali, ma disfunzioni posturali. 

Sintomi e cura della metatarsalgia biomeccanica

I sintomi di metatarsalgia biomeccanica sono spesso riferiti dai runner come la sensazione di avere dei sassolini a livello della testa dei metatarsi, dolore nell’appoggio del piede, talvolta anche formicolio delle piccole dita, con difficoltà di deambulazione e peggioramento dei sintomi in posizione eretta, durante la camminata e la corsa. 

Alla comparsa dei sintomi può essere utile l’uso di un plantare adatto al proprio tipo di piede e di appoggio, che protegga i metatarsi dal sovraccarico, e gli esercizi di rinforzo plantare. Si tratta di supporti di tipo conservativo che non sempre aiutano ad alleviare i sintomi; in particolare, quando il plantare non dà più i benefici desiderati, per risolvere il dolore, può essere indicata la chirurgia, preferibilmente mini-invasiva.

Una chirurgia di successo deve ovviamente essere pianificata dopo aver compreso le cause e le caratteristiche della metatarsalgia. Nel caso più frequente di deformità dell’alluce, ad esempio, l’intervento andrà prima a correggere l’alluce valgo o rigido, e poi verranno eseguite delle piccole correzioni ossee (osteotomie) dei metatarsi attraverso piccoli buchini. L’intervento è eseguito in anestesia periferica. Un’attenzione ulteriore è quella di prevedere un’anestesia lunga, che copra anche il decorso post-operatorio con efficacia. Subito dopo l’intervento, il paziente potrà camminare indossando una scarpa piana per 30 giorni, prima di poter usare una normale scarpa da running o da ginnastica. Infine, prima di tornare allo sport e al running, è necessario consultare il proprio chirurgo.

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