Il 17 novembre è la Giornata Mondiale della Prematurità, un appuntamento importante per accendere i riflettori sulle problematiche del neonato prematuro. Per l’occasione, il Palazzo della Regione Lombardia si illuminerà di viola. Quali sono le problematiche del neonato pretermine e come vengono gestite? Ne parliamo con il dottor Fabrizio Ciralli, responsabile di Neonatologia e Patologia Neonatale di Humanitas San Pio X.
Pretermine e late preterm: quali sono le problematiche?
«Nascere pretermine, ovvero al di sotto della 37a settimana di gestazione, – spiega il dottor Ciralli – significa, a seconda dell’età gestazionale alla nascita e del decorso clinico della gravidanza, essere un neonato di basso peso, con immaturità polmonare che può essere causa di distress respiratorio tanto più importante quanto più bassa è l’età gestazionale alla nascita, difficoltà alimentari, instabilità nella termoregolazione, e problemi di tipo metabolico, neurologico, e infettivo. Tra i neonati pretermine, i neonati late preterm nati tra la 34 + 0 e la 36 + 6 settimane di gestazione, rappresentano il 70-74% di tutti i neonati pretermine e il 6% dei neonati nati in Italia. La nostra UO si occupa di gestire al meglio questa popolazione di neonati».
Come viene assistito il neonato late preterm in Humanitas San Pio X?
I neonati late preterm presentano delle proprie peculiarità e risultano avere un rischio superiore, rispetto ai nati a termine, di sviluppare problematiche post natali come: instabilità nella termoregolazione, ipoglicemia, distress respiratorio, ittero, difficoltà nell’alimentazione e problemi neurologici.
Per tale ragione i neonati late preterm vengono accolti nel reparto di Neonatologia e Patologia Neonatale del nostro Punto Nascita, in speciali termoculle, assistiti da personale medico e infermieristico esperto e monitorati in continuo grazie ad apparecchiature sofisticate. «Qui, i neonati prematuri, se le condizioni cliniche alla nascita lo richiedono, possono ricevere supporto ventilatorio non invasivo e nutrienti quali proteine, zuccheri, grassi, vitamine e oligoelementi somministrati per via venosa, che consentono al neonato di superare le difficoltà iniziali, tollerare l’alimentazione e raggiungere l’autonomia respiratoria – prosegue l’esperto -. All’interno del reparto è possibile eseguire esami strumentali ecografici direttamente nella termoculla, senza spostare il neonato, esami ematochimici e valutazioni cliniche. Inoltre, grazie alla presenza di un nuovo laboratorio all’interno del reparto recentemente ristrutturato, è possibile identificare precocemente possibili infezioni nel neonato, preparare repentinamente la terapia in una sala dedicata del reparto dove è presente una cappa a flusso laminare che garantisce gli attuali standard di sicurezza igienico-sanitaria, e somministrarla immediatamente.
L’obiettivo dell’UO di Patologia Neonatale dell’ospedale Humanitas San Pio X è anche quello soddisfare i bisogni del bambino e della sua famiglia non solo durante il ricovero in ospedale, ma anche dopo la dimissione con un programma di follow-up multidisciplinare per valutare lo sviluppo auxologico, neuropsicologico e individuare precocemente eventuali problematiche relative alla nascita pretermine tardiva consentendo di poter avviare interventi riabilitativi precoci se necessario».
Essere genitori di neonati pretermine
Anche in Patologia Neonatale, mamma e papà possono entrare in contatto con il loro bimbo. «Una volta stabilizzati i parametri vitali del neonato – prosegue il dottor Ciralli -, il personale medico e infermieristico favorisce fin dalla nascita, il contatto con la mamma e il papà (Kangaroo therapy), offrendo ai genitori consigli sulla care del proprio neonato. Inoltre la famiglia, sempre se necessario e se i genitori lo gradiscono, viene supportata psicologicamente da personale specializzato al fine di identificare i primi segni della depressione postpartum o dei segni di disagio legati ad un parto prematuro, aiutando quotidianamente la mamma nella costruzione del bonding (il legame madre-bambino) con il proprio neonato e supportandola anche nell’allattamento materno».
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