Esistono molte pubblicazioni scientifiche, ha una tossicità trascurabile e viene eliminato velocemente dall’organismo: è il verde indocianina, un colorante utilizzato da più di 50 anni come marcatore nella diagnostica, diventato un prezioso alleato del chirurgo durante gli interventi di chirurgia dell’intestino. «Iniettato in vena del paziente prima dell’intervento oppure vicino al tumore il giorno prima dell’intervento – spiega il professor Jacques Mégevand, responsabile di Chirurgia Generale di Humanitas San Pio X -, il verde indocianina permette di colorare di verde fluorescente il circolo sanguigno del paziente fin nei vasi più piccoli, in modo da poter controllare l’ottimale vascolarizzazione dei segmenti di intestino da suturare durante gli interventi per tumori del colon retto e di evidenziare tutte le ghiandole linfatiche da asportare mediante l’esportazione per una migliore radicalità oncologica».
Fluorescenza: ecco come evita la comparsa delle fistole
«Vedere che il segmento di intestino che stiamo suturando è ben vascolarizzato – prosegue l’esperto – aiuta a ridurre la più temibile delle complicanze nella chirurgia intestinale, ovvero la mancata cicatrizzazione delle suture e quindi la comparsa di fistole, piccole aperture, la cui causa è anche la cattiva perfusione dei tessuti, e che frequentemente obbliga il paziente a subire un secondo intervento chirurgico. Nello stesso modo, il colorante rende fluorescenti anche le strutture da preservare perché sane, come i dotti biliari durante un intervento alla colecisti, oppure gli ureteri durante una chirurgia colorettale».
Fluorescenza e robotica, insieme: meno complicanze e maggiori benefici
«Iniettato per via endovenosa nel sangue del paziente – continua il professore Mégevand -, il verde indocianina si lega alle proteine plasmatiche presenti nel sangue e illumina di colore verde fluorescente il circolo sanguigno, il circolo epatico e biliare. Una volta nel circolo, uno speciale software integrato nell’attrezzatura minivansiva laser permette di visualizzare, grazie ad una speciale telecamera, il tessuto intestinale che diventa fluorescente, evidenziando i segmenti in cui la perfusione di sangue è migliore. La fluorescenza, insieme a tecniche chirurgiche mininvasive come la chirurgia robotica, permette di ottenere sempre più bassi livelli di complicanze per il paziente e sempre maggiori benefici in termini di qualità di vita e rapidità di recupero post-operatorio».
Lo specialista riceve anche presso il centro Humanitas Medical Care di via Murat 13, a 450 metri dall’Ospedale. La struttura dispone di un ampio parcheggio nelle vicinanze a disposizione del paziente.
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