Un numero crescente di studi ha evidenziato il potenziale dell’ossigeno ozonoterapia (O2-O3) per ridurre, prevenire e gestire la sensazione di estrema stanchezza fisica e mentale e affaticamento comune a molte persone.
Approfondiamo l’argomento con il dottor Giulio Paindelli e la dottoressa Susanna Terracciano, medici anestesisti di Humanitas San Pio X.
Affaticamento, stanchezza, fatigue: una condizione comune a molti disturbi
Dopo una malattia, un’influenza particolarmente intensa, oppure a causa di patologie croniche possono accusare i sintomi di affaticamento e stanchezza, spesso comunemente chiamati “fatigue”, per lunghi periodi di tempo. In genere, si tratta di sintomi di estrema spossatezza fisica e mentale che, specie in menopausa, nelle persone anziane o con diagnosi di disturbi cognitivi, può dare anche la sensazione di nebbia mentale, ridotta capacità di concentrazione e attenzione, affaticamento fisico talvolta accompagnato da dolori muscolari.
Alcune persone riferiscono anche di avere poca energia, sentirsi scarichi, esauriti, di avere sonno o avere il fiatone anche durante attività semplici, di avere difficoltà a ricordare quello che stanno facendo, di sentirsi lenti nelle risposte, di avere difficoltà a prendere decisioni semplici, a pianificare qualcosa o a concentrarsi su più di una cosa alla volta. La buona notizia è che da questi sintomi è possibile guarire e recuperare completamente le proprie performance fisiche e mentali, mentre chi soffre di disturbi cronici può migliorare i sintomi e recuperare una buona qualità di vita.
Come agisce l’ozono terapia nella fatigue e nella stanchezza cronica?
L’ozonoterapia medica è un potente antiossidante che agisce direttamente sulle cellule con un importante effetto antinfiammatorio, antidolorifico, immunomodulante, cioè normalizza e riequilibra il sistema immunitario, è inoltre antibatterico e antivirale. La terapia medica con l’ossigeno-ozono, stabilita durante la visita medica preliminare, consiste nella preparazione di una miscela di ozono e ossigeno, il cosiddetto ozono medico, che può essere somministrato:
- per via sistemica, aggiungendolo a un campione di sangue del paziente che viene poi reinfuso (Grande autoemoinfusione – GAEI oppure Piccola autoemoinfusione – PAE)
- per via sottocutanea o intramuscolare, in diverse quantità, in diversi modi e in diverse zone del corpo, in base alla valutazione del medico e all’indicazione clinica
- per via vaginale, attraverso dei piccoli cateteri o garze laparotomiche che trattengono localmente la miscela di ossigeno e ozono
- per via nasale, cutanea, tramite spray-aerosol.
L’effetto antinfiammatorio, antidolorifico e immunomodulante dell’ozono terapeutico nella stanchezza cronica si esplica attraverso l’attivazione o l’inibizione di diverse molecole (citochine proinfiammatorie, ad esempio) coinvolte nell’infiammazione sistemica che è alla base di molte malattie e disturbi. Ossigenando meglio il sangue e i tessuti attraverso l’autoemoinfusione di ozonoterapia, anche in associazione ad altri farmaci, è possibile ridurre l’infiammazione e alleviare il dolore, regolare la risposta immunitaria e, quindi, ridurre e risolvere i sintomi della stanchezza e dell’affaticamento.
Poiché la terapia con ossigeno-ozono non presenta effetti collaterali e può essere somministrata in sinergia con altre terapie, può essere considerata una terapia adiuvante efficace sia per le persone giovani e anziane che soffrono di affaticamento e fatigue, sia per gli anziani con demenza senile.
Visite ed esami
-
2.3 milioni visite
-
+56.000 pazienti PS
-
+3.000 dipendenti
-
45.000 pazienti ricoverati
-
800 medici