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Percorso parto: partorire in sicurezza in Humanitas San Pio X

Per la sicurezza di tutte le mamme, dei neonati e della coppia, il Punto Nascita di Humanitas San Pio X è Covid-free. Significa che adottiamo percorsi diversi secondo le indicazioni regionali e delle società scientifiche per evitare la diffusione del contagio da coronavirus all’interno della struttura. Per questo motivo, a tutte le future mamme e papà/accompagnatore designato che desidera assistere al parto, viene richiesto di effettuare il tampone. In base all’esito del tampone, la gestante segue percorsi diversi. Ricordiamo inoltre la scrupolosa osservanza delle procedure di utilizzo di DPI (mascherina, idrogel per le mani, distanziamento interpersonale) e sanificazione. Tutto il personale del Punto Nascita è a disposizione per ogni informazione.

Visita ed esami prericovero: il papà/un accompagnatore

Per la sicurezza di tutti, e nel rispetto delle misure per il contenimento della diffusione del nuovo coronavirus, l’accesso all’ospedale e all’area ambulatoriale è consentito solo alla gestante. All’ingresso dell’ospedale, dove è presente il check point per il controllo della febbre e dell’uso di mascherina, è previsto un percorso preferenziale per la donna in gravidanza.

Cosa significa che il Punto Nascita è Covid-free?

Punto Nascita Covid-free significa che gestante e partner devono aver eseguito il tampone e avere esito negativo per accedere alla struttura. In caso di sospetto per infezione SARS-CoV-2, in attesa dell’esito del tampone, abbiamo predisposto percorsi e aree differenziate (area grigia) per il travaglio e il parto, camere per il rooming-in, personale dedicato secondo le linee guida disposte dalla Regione Lombardia e dalle Società Scientifiche.

Quando fare il tampone?

La gestante e il papà / accompagnatore eseguono il tampone molecolare nello stesso periodo alla 36^ e 38^ settimana e durante il prericovero, secondo le seguenti modalità:

  • Se la donna è al primo figlio (primipara) il tampone va eseguito alla 40^ settimana
  • Se la donna ha avuto precedenti parti (pluripara) il tampone va eseguito alla 39^ settimana
  • In caso di Taglio cesareo il tampone va eseguito 48h prima del ricovero.

La richiesta di tampone del papà/ accompagnatore segue la via della richiesta SSN per caregiver. Nel caso in cui dall’esecuzione del tampone al parto trascorrano più di 72h, il tampone molecolare deve essere ripetuto sia per la gestante sia per papà/ accompagnatore. La richiesta anche per il papà/ accompagnatore è segnalata come urgente al laboratorio.

Se il travaglio e il parto avvengono in attesa del referto del tampone, dove vanno mamma e neonato?

Se non è possibile avere il referto del tampone prima dell’espletamento del parto, ad esempio la mamma arriva al triage ostetrico con travaglio incipiente, la mamma e il neonato vengono gestiti nell’area grigia appositamente attrezzata nella sala parto fornita di “letto per il parto” e di isola neonatale per una adeguata assistenza al neonato.

Dopo le due ore di Skin to Skin, mamma-neonato, nel rispetto delle linee guida della Regione Lombardia e delle Società Scientifiche, vengono trasferiti in camera singola nell’area grigia dove la mamma dovrà portare la mascherina durante lo skin-to-skin e l’allattamento, e la culla è posta a circa 2 metri di distanza alla fine del letto. Il personale è attrezzato con presidi anti-Covid. Qualora il neonato presenti condizioni cliniche che non permettono la degenza in rooming-in, nella nostra Patologia Neonatale è presente un’area di degenza per neonati patologici la cui mamma è in attesa di referto tampone Sars-Cov-2. In caso l’esito del tampone sia positivo, mamma e bambino verranno trasferiti, in sicurezza, presso gli Hub dedicati. In caso di tampone negativo, la mamma e il bambino vengono trasferiti nelle camere di degenza del Punto Nascita, oppure il neonato patologico nell’area di patologia neonatale dei neonati Covid free.

Se il tampone è positivo, cosa succede?

Si applica quanto previsto dal protocollo regionale vigente e la diade mamma-neonato andrà trasferita in completa sicurezza con mezzi attrezzati presso HUB Covid materno-infantile (Ospedale Sacco e Fondazione Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico).

Come si riconosce l’inizio del travaglio?

Non esistono regole fisse per tutte le donne. Alcuni segni che si manifestano già qualche giorno prima del parto, aiutano a riconoscere il travaglio di parto:

  • Perdita del tappo mucoso: è una perdita gelatinosa-mucosa, più densa delle perdite vaginali in gravidanza, simile a quella dell’albume dell’uovo, striata di sangue rosa o rosso vivo oppure di colore marroncino, che indica l’inizio della modificazione della cervice uterina. Se eliminato durante l’evacuazione, per esempio, è possibile non accorgersi della sua espulsione.
  • Dolori tipo mestruale: dolore alla parte bassa della schiena o fitte in vagina sono indice di una iniziale attività uterina.
  • Sintomi gastrointestinali: scariche frequenti, nausea e/o vomito alcuni giorni prima del parto sono segni normali di pulizia spontanea del tratto gastro-intestinale.
  • Debolezza e/o brividi: in questo modo il corpo cerca di rilassarsi. Non c’è da preoccuparsi: questi fastidi iniziano con l’arrivo delle prime contrazioni del travaglio di parto.

Cosa si sente con la prima contrazione?

All’inizio del travaglio le contrazioni possono essere molto forti oppure così deboli da non impedire lo svolgimento delle normali attività, e il loro ritmo può essere preciso oppure irregolare. La percezione delle contrazioni in termini di dolore varia da donna a donna, ma anche da parto a parto nella stessa donna. In genere, all’inizio le contrazioni sono avvertite come una compressione molto forte al basso ventre o nella zona lombare, e come uno stiramento dei tessuti dell’addome. Nel travaglio attivo, quando le contrazioni diventano regolari, forti e più frequenti, si avverte una sensazione di fascia elastica che stringe il bacino e poi piano piano si allenta, come fosse una contrazione a onda che inizia, cresce, ha un apice, e diminuisce. La pausa tra le contrazioni serve a riposare e recuperare energie.

Cosa fare quando iniziano le contrazioni?

Concentrarsi su espiri lenti e profondi durante la contrazione, come insegnato al corso preparto, in un ambiente tranquillo aiuta il grande lavoro del corpo. La donna può farsi aiutare da chi è in casa a fare un bagno o una doccia calda (in questo caso in posizione accucciata o seduta su uno sgabello basso) posizionando il getto d’acqua dove sente dolore. Se si ha piacere di un massaggio, il partner può aiutare massaggiando le spalle, le gambe, i piedi, e respirare insieme, cambiare posizione oscillando leggermente con il bacino. Per la sicurezza della mamma e del bambino, se si è a casa da sola è raccomandabile chiamare qualcuno per farsi aiutare.

Il travaglio a casa può durare a lungo: per aiutarsi e recuperare energia, è consigliabile bere thè o camomilla con miele (no bevande fredde), e fare piccoli pasti leggeri e nutrienti (fette biscottate e marmellata, cioccolato). Urinare spesso svuota la vescica e regala spazio prezioso al bambino, e per tenere l’intestino libero non serve il clistere.

Rottura delle membrane: significa che il parto è imminente?

Si tratta di una perdita di liquido amniotico che non sempre si presenta con le contrazioni che possono infatti comparire entro 12-24 ore. Spesso le membrane si rompono spontaneamente quando il travaglio è già avviato, a volte a dilatazione avanzata. Con la rottura delle membrane è il momento di rivolgersi al triage ostetrico per un controllo per accertare le buone condizioni di mamma e bambino. Il normale liquido amniotico è di colore chiaro, raramente giallo o verde scuro. Se il liquido è di altro colore è importante rivolgersi velocemente al triage ostetrico.

Quando è il momento di andare in ospedale?

Quando le contrazioni diventano più frequenti e forti si parla di travaglio attivo ed è il momento di andare in ospedale: alla prima gravidanza, con 2-3 contrazioni regolari in meno di 10 minuti della durata di 40-50 secondi tra le contrazioni; alle gravidanze successive con 2 contrazioni in meno di 10 minuti.

In quali altri casi è necessario andare nell’area del triageostetrico?

Se le contrazioni compaiono a gravidanza non a termine, in caso di perdite di sangue, se si avverte una riduzione dei movimenti fetali che in genere a fine gravidanza sono 10-12 nelle 24 ore, se la pressione arteriosa è uguale o superiore a 140/90, e ogni volta che la mamma avverte segnali che possono preoccuparla.

In ospedale: il papà o un accompagnatore può entrare nell’area di triage ostetrico?

No, solo la donna entra dal triage ostetrico al quarto piano . Il papà o accompagnatore verrà fatto salire in sala d’attesa del Punto Nascita. Se la donna è in una situazione di parto imminente e non ha effettuato il tampone prima di accedere al triage ostetrico, le verrà eseguito il tampone e seguirà il percorso “area grigia” dedicato fino all’esito del tampone. Fino all’esito del tampone la gestante/partoriente è ritenuta sospetta per SARS-CoV-2, così come il papà/ accompagnatore.

Travaglio e parto: il papà o un accompagnatore possono entrare in sala parto?

Il papà o l’accompagnatore designato possono assistere alla fase espulsiva del parto, sia eutocico sia con taglio cesareo, solo se con esito del tampone negativo. In ogni caso, se non è possibile accedere all’interno della sala parto ma il partner potrà assistere al parto dalla sala d’attesa o dalla camera della mamma con I-pad messo a disposizione dal Punto Nascita.

Sono ammessi visitatori per mamma e bebè?

In ottemperanza alle disposizioni delle autorità, i papà possono rimanere con la mamma il giorno del parto e nei giorni seguenti possono fare visita a mamma e neonato in fasce orarie di un’ora, alternate e comunicate dal personale di reparto, per evitare assembramenti al piano.

I numeri di Humanitas
  • 2.3 milioni visite
  • +56.000 pazienti PS
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