La piaghetta al collo dell’utero è una situazione comune, spesso non dà sintomi, ma qualora insorgessero, non vanno sottovalutati. E’ frequente nell’età fertile, in gravidanza può diventare sintomatica, ma è rara nella menopausa e postmenopausa. Per questo, è importante sottoporsi ai controlli periodici di ginecologia fin dall’adolescenza.
Approfondiamo l’argomento con il dottor Alessandro Bulfoni, responsabile di Ostetricia e Ginecologia di Humanitas San Pio X.
La cosiddetta piaghetta del collo dell’utero, in termini medici ectropion cervicale, indica la presenza anomala di cellule tipiche del tessuto di rivestimento interno della cervice che crescono all’esterno della cervice uterina stessa. All’esame clinico, cioè durante la visita ginecologica, la piaghetta ha l’aspetto di una lesione di colore rosso e infiammata che si trova nel collo dell’utero circondando l’orifizio uterino esterno. Si tratta di una condizione benigna che non è sinonimo di cancro della cervice uterina e spesso non rappresenta né una malattia né un problema di salute.
Cosa causa la piaghetta al collo dell’utero
In genere, la piaghetta del collo dell’utero può manifestarsi a seguito di infiammazioni e/o infezioni, o essere la conseguenza di un’aumentata produzione di estrogeni che può provocare una proliferazione dell’epitelio di rivestimento cervicale.
Piaghetta al collo dell’utero: come si manifesta?
Spesso non è sintomatica, ma quando la piaghetta del collo dell’utero si manifesta con sintomi, in genere è consigliabile rivolgersi al ginecologo. Il principale sintomo è legato a perdite vaginali ematiche (sangue) che possono essere associate a perdite biancastre (leucorrea) o gialle nel caso vi sia una infezione cervico-vaginale.
Alcune donne possono avvertire dolore pelvico a causa della contrazione involontaria dei muscoli del pavimento pelvico (dispareunia), dolore nei rapporti sessuali durante la penetrazione, disturbi della minzione e mal di schiena, e sanguinamenti improvvisi ma di lieve intetità (spotting) nell’intervallo tra i cicli mestruali, oppure di maggiore intensità soprattutto a seguito dei rapporti sessuali. Questo accade perché i vasi sanguini dell’epitelio sono particolarmente fragili e possono rompersi facilmente durante i rapporti sessuali.
Dal momento che si tratta di sintomi comuni ad altre condizioni ginecologiche, è importante non sottovalutarli e rivolgersi allo specialista per le valutazione ginecologiche.
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