All’inizio della gravidanza (o in caso di gravidanza programmata, prima del concepimento), la gestante sarà invitata a sottoporsi a una serie di esami del sangue di routine secondo il decreto ministeriale. Altri esami potrebbero essere prescritti a seconda della propria condizione.
Vediamo quali sono gli esami richiesti e a cosa servono, con il contributo della dottoressa Marinella Dell’Avanzo, specialista in Ostetricia e Ginecologia in Humanitas San Pio X.
Le donne in gravidanza hanno diritto, nel nostro Paese, a eseguire gratuitamente alcune prestazioni specialistiche e diagnostiche, come indicato nel Decreto ministeriale 10 settembre 1998. Tra le prestazioni incluse, troviamo anche alcuni esami del sangue del primo trimestre, come per esempio: emocromo, gruppo sanguigno, AST (aspartato aminotransferasi), ALT (alanina aminotransferasi), ricerca degli anticorpi antirosolia e di quelli del toxoplasma, virus HIV, VDRL e TPHA (treponema pallidum anticorpi), glucosio, anticorpi anti eritrociti e test di coomb indiretto.
Gruppo sanguigno ed emocromo completo
In gravidanza si accerterà il gruppo sanguigno della madre; l’emocromo completo invece stabilirà i livelli di globuli rossi, bianchi e piastrine, fattori importanti per avere un quadro di salute generale; particolare attenzione verrà riservata ai livelli di emoglobina, per accertare o escludere un’eventuale condizione di anemia: una carenza di ferro infatti andrà contrastata con alcune misure alimentari oppure – su indicazione del medico – con integratori o farmaci di supporto.
Il rubeo test
Il rubeo test ricerca gli anticorpi antirosolia. La rosolia è una malattia infettiva causata da un virus appartenente al genere Rubivirus. È tipica dell’infanzia e una volta contratta, lascia un’immunità permanente per cui non è più possibile ammalarsi. Se una donna l’ha contratta nel corso dell’infanzia o è stata vaccinata dunque può stare tranquilla.
Ammalarsi di rosolia in gravidanza – soprattutto nel primo trimestre – può essere molto pericoloso, con rischio di aborto spontaneo, morte intrauterina e gravi malformazioni fetali (la cosiddetta sindrome della rosolia congenita).
Il rubeo-test rileva la presenza di due tipi di anticorpi: le IgM e le IgG. Le IgM sono caratteristiche della fase acuta della rosolia e restano attive per circa due mesi, per cui se risultano positivo significa che l’infezione è recente. Le IgG invece vengono prodotte una-due settimane dopo essere entrati in contatto con il virus e restano positive per tutta la vita. Se IgM e IgG sono negative e il rubeo test è stato eseguito prima del concepimento è consigliabile vaccinarsi. Se invece si è già in stato di gravidanza, lo specialista suggerirà gli accorgimenti da avere per evitare il rischio di contagio.
Toxoplasmosi e HIV
La toxoplasmosi è un’infezione causata da un microrganismo e una volta contratta lascia un’immunità permanente. Nella maggior parte dei casi chi ha avuto la toxoplasmosi non lo sa: i sintomi con cui si manifesta sono lievi e aspecifici. L’esame del sangue IgM rivela la presenza di anticorpi contro il toxoplasma.
È importante, qualora la gestante non sia immunizzata e dunque corra il rischio di contrarla, adottare alcune precauzioni. Al di là di alcune semplici indicazioni alimentari che verranno fornite, è bene chiedere consiglio al ginecologo soprattutto se si hanno gatti in casa: questi animali infatti potrebbero contrarre la toxoplasmosi e fungere da veicolo di trasmissione ma, si tratta di un’occorrenza piuttosto rara.
È utile quindi attuare norme igieniche di comportamento. In caso di contagio durante la gravidanza, è necessario un counseling multidisciplinare con infettivologo e a volte si rende necessario un trattamento antibiotico mirato.
Le donne in gravidanza vengono inoltre sottoposte al test per l’HIV.
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