Il dolore alle ginocchia non ha età, però è quando si trasforma in grave artrosi di ginocchio che può essere necessario sostituire la parte di ginocchio colpita dalla malattia e impiantare una protesi. In Humanitas San Pio X arriva l’intelligenza artificiale del sistema robotico, il primo a Milano, che aiuta il chirurgo a pianificare ed eseguire interventi di protesi totale di ginocchio così precisi da restituire al paziente la percezione di avere di nuovo il proprio ginocchio sano, come prima dell’artrosi. Ne parliamo con il dottor Federico D’Amario, responsabile del Centro di Chirurgia Ortopedica Robotica di Humanitas San Pio X.
Non solo camminare: con il robot il ginocchio recupera la massima funzionalità possibile
«Con l’artrosi non sempre è necessaria la protesi totale di ginocchio – spiega il dott. D’Amario-. Nelle fasi iniziali, infatti, possono essere efficaci altri trattamenti conservativi e di medicina rigenerativa. Tuttavia, quando anche questi trattamenti non hanno più beneficio per il paziente, è preferibile valutare anche l’opzione della chirurgia robotica per l’impianto della protesi. Infatti, l’estrema precisione data dalla tecnologia robotica applicata all’ortopedia protesica di ginocchio permette di ridurre drasticamente le cause principali di dolore anche a distanza dall’intervento, instabilità del ginocchio, dovute a errori anche minimi di posizionamento della protesi. Poter tornare a camminare, salire le scale e muoversi senza dolore alle ginocchia è l’obiettivo dopo l’intervento per molte persone che soffrono di gonartrosi (artrosi del ginocchio); per i più giovani e attivi, però, oggi sempre più avanti con l’età, che richiedono anche di tornare a fare sport, la chirurgia robotica rappresenta la tecnologia più avanzata oggi a disposizione per poter recuperare il massimo movimento naturale del ginocchio nel più rapido tempo attualmente possibile. Per l’intervento, realizzato all’interno del protocollo fast track adottato nella nostra Unità operativa di ortopedia, sono sufficienti 4 giorni di ricovero, ma dopo poche ore dall’intervento, in genere, il paziente può camminare con l’aiuto delle stampelle che avrà imparato ad usare correttamente durante il percorso di preparazione all’intervento (fast track). E dopo la fisioterapia, necessaria anche con la chirurgia robotica, il paziente potrà tornare a fare quello che faceva prima dell’artrosi, anche nello sport».
Il robot supporta il chirurgo garantendo una ancora più assoluta precisione degli interventi e riducendo al minimo i rischi operatori, ma non si sostituisce ad esso: la competenza, esperienza, professionalità e formazione del chirurgo rimangono elementi imprescindibili per fornire percorsi di diagnosi e cura sicuri e di qualità.
I vantaggi per il paziente:
- Riduzione della degenza e del dolore post-operatorio
- Riduzione dei tempi di recupero
- Più rapido recupero dell’articolarità
- Più rapida ripresa nello svolgimento delle attività quotidiane
- Maggior rispetto dell’anatomia del ginocchio e sensazione di avere un ginocchio nativo e più stabile
Come funziona la chirurgia robotica per la protesi di ginocchio?
«La chirurgia robotica è la più avanzata tecnologia oggi disponibile per la protesica di ginocchio – spiega il dottor Federico D’Amario -. Usando le immagini radiografiche dell’arto in carico, cioè con il paziente in piedi, il sistema robotico si supporta nel realizzare un modello virtuale 3D del ginocchio da operare, sul quale il chirurgo può valutare, prima dell’intervento, ogni azione chirurgica necessaria all’impianto della protesi, inclusa l’osteotomia (taglio dell’osso) in caso sia da correggere una deviazione assiale del ginocchio. Durante l’intervento, la tecnologia robotica usa uno speciale sistema di navigazione guidato da sensori posizionati in particolari punti della gamba del paziente che si interfacciano al software del robot e permettono al chirurgo di eseguire in maniera estremamente precisa le azioni chirurgiche programmate, di valutare la coerenza con l’anatomia e la cinematica (il movimento) dell’arto del paziente, dati difficilmente rilevabili dal solo occhio umano. L’intelligenza artificiale aiuta a stabilire con precisione millimetrica il punto di inserimento delle componenti della protesi scelta, grazie all’assistenza del “braccio robotico” dotato di strumenti che, nella mano del chirurgo, asporta solo la porzione di osso minima necessaria al posizionamento definitivo della protesi. Rimuovere solo la porzione ossea usurata dall’artrosi senza sacrificare più osso del necessario, tenendo conto della struttura muscolare e della tenuta dei legamenti, e anche delle richieste funzionali di ciascun paziente, è un aspetto fondamentale dell’intervento perchè permette al paziente, dopo l’intervento, di non avvertire la sensazione di corpo estraneo all’interno del ginocchio, e di avere un recupero più rapido con minor dolore».
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