Puerperio e post partum sono spesso usati come sinonimi. Tuttavia, il post partum identifica tecnicamente le ore immediatamente successive all’espulsione della placenta, mentre il puerperio inizia dopo il parto e termina quando l’apparato genitale femminile torna alle condizioni anatomiche e funzionali che aveva prima della gravidanza (circa 40 giorni dopo il parto). In questo periodo, sono tanti i cambiamenti fisici, emotivi, organizzativi che avvengono nella donna.
Ai tanti cambiamenti, il corpo della donna dà segnali che, in molti casi, sono normali, ma in altri è bene non sottovalutare i sintomi e rivolgersi al medico.
Approfondiamo l’argomento con Stefania Del Duca, coordinatrice delle ostetriche del Punto Nascita di Humanitas San Pio X.
Lochiazioni vaginali
Le lochiazioni vaginali sono sanguinamenti vaginali assolutamente fisiologici durante il puerperio. Si tratta infatti di frammenti di decidua, la mucosa dell’endometrio, che possono essere espulsi per circa 3-6 settimane dopo il parto. Nei primi giorni le lochiazioni hanno colore rosso, simili a flusso mestruale, possono essere abbondanti e presentare piccoli coaguli di sangue, per poi diminuire in quantità e assumere un colore rosato o bruno, con una consistenza più liquida, fino a diventare con il passare dei giorni, sempre più esigue e di colore chiaro.
Il ritorno delle mestruazioni (chiamato capoparto), invece, in genere si verifica da 4-5 settimane dopo il parto fino a 8 mesi (o più), con variazioni da donna a donna, se si allatta al seno.
Perdite di latte dal seno
Fuoriuscite di latte dai capezzoli tra una poppata e l’altra sono normali, anche se non a tutte accade. Nelle prime settimane di allattamento materno, le perdite di latte possono essere dovute a una produzione di latte che non si è ancora regolarizzata; invece, nelle donne che non allattano possono accadere piccole perdite di latte nelle prime settimane per poi interrompersi spontaneamente, con la cessazione della produzione di latte. In entrambi i casi, le perdite di latte dal seno possono essere gestite con apposite coppette assorbilatte in cotone.
Congestione mammaria
La congestione mammaria è comune nelle donne che allattano, causata da un aumento della circolazione sanguigna nelle ghiandole mammarie, che può portare a un’abbondante produzione di latte ed a volte a un più difficile svuotamento delle mammelle. Si manifesta con eccessivo gonfiore al seno associato a una sensazione di calore, durezza al tatto e pesantezza della ghiandola mammaria.
Può verificarsi alla montata lattea, quando cioè il latte materno vero e proprio sostituisce il colostro, oppure se passa troppo tempo tra una poppata e l’altra. In questo caso, è consigliabile aumentare la frequenza tra le poppate o usare la spremitura manuale o eventualmente un tiralatte per decongestionare il seno.
In caso di sintomi da congestione mammaria, si possono praticare impacchi caldi-umidi sul seno, o fare una doccia calda, per alleviare i sintomi e aiutare il latte a uscire. Può aiutare, in generale, anche indossare reggiseni morbidi senza ferretto, che sostengono senza stringere. Tuttavia, se i sintomi persistono o il dolore peggiora, è consigliabile consultare l’ostetrica o il medico ginecologo
Dolore perineale
Nelle donne che nel corso della fase espulsiva del parto hanno subito un’episiotomia per una imprevista necessità del bambino o per agevolarne il disimpegno, il dolore perineale dovuto al taglio vaginale può essere considerato normale. L’episiotomia è un vero e proprio intervento chirurgico: generalmente, il dolore post parto è controllato con la prescrizione di analgesici e lenitivi locali. Durante la visita di dimissione dall’ospedale la puerpera riceve tutte le informazioni per la gestione della ferita a casa e dell’eventuale dolore, se il dolore compare quando si sta sedute, e come effettuare l’igiene intima.
Contrazioni uterine
Avvertire delle contrazioni uterine nei primissimi giorni dopo il parto è un fenomeno naturale, che aiuta l’utero a ritornare alle dimensioni pre-gravidiche – in genere ci vogliono sei settimane. L’allattamento al seno favorisce il ritorno dell’utero alle proprie dimensioni naturali e i dolori da contrazioni possono essere proprio conseguenti alla “poppata”.
Le contrazioni uterine sono più importanti in donne puerpere, fino a diventare dei veri e propri “morsi uterini”.
Piccole perdite di urina
Anche piccole perdite di urina, soprattutto in seguito a uno sforzo, a una risata, a uno starnuto o a un colpo di tosse, sono normali se però scompaiono da sole in qualche settimana. Se continuano, è raccomandato rivolgersi al proprio ginecologo per valutare l’eventuale incontinenza da stress ed eventuali interventi terapeutici di riabilitazione del pavimento pelvico con personale sanitario specializzato.
Costipazione
Nei giorni successivi al parto, costipazione e stitichezza possono essere del tutto normali, anche a causa di un’infiammazione e congestione delle emorroidi che in alcune donne può essere conseguente al parto. È consigliabile consumare verdura, frutta e cereali integrali e bere molta acqua. Se il disturbo e la costipazione persistono, occorre consultare il medico.
Sudorazione notturna
Le donne spesso sperimentano una maggiore sudorazione dopo il parto, in particolare nel corso della notte. È il corpo che si adatta ai nuovi livelli ormonali.
Quando consultare il medico?
Oltre alle situazioni già citate, è consigliabile rivolgersi al medico in presenza di:
- Febbre alta superiore a 38 °C, che compare con o senza forti brividi.
- Perdite vaginali maleodoranti.
- Sanguinamento vaginale rosso vivo che perdura oltre tre giorni.
- Perdita di grossi coaguli di sangue.
- Dolore, bruciore o difficoltà a urinare.
- Gravi crampi o dolore addominale che non passano con gli analgesici.
- Aumento del rossore, del gonfiore o del dolore al perineo o separazione dei punti.
- Aumento della quantità nelle lochiazioni che richiede l’uso di più di un assorbente all’ora.
- Visione offuscata.
- Forte mal di testa o svenimento.
- Problemi respiratori.
- Eventuali segni di depressione post parto: ansia incontrollata, pensieri negativi verso se stesse o il bambino (compreso quello di farsi o fargli del male), paura o preoccupazione che inficiano la gestione della quotidianità.
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