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Salto in lungo: fasi del gesto, rischi di traumi e prevenzione 

Ogni sport comporta il rischio di lesioni, traumi e infiammazioni più o meno gravi. Nel salto in lungo, insieme alla caviglia, anche il ginocchio è spesso coinvolto in lesioni più frequenti nell’atterraggio. 

Ne parliamo con il dr. Federico D’Amario, Responsabile di Ortopedia Protesica e Ricostruttiva di Anca e Ginocchio di Humanitas San Pio X.

Le 4 fasi del salto in lungo 

Nel salto in lungo, il salto (o stacco) è solo una delle fasi di un gesto atletico complesso che richiede una grande potenza esplosiva. Il gesto atletico è suddiviso in più fasi:

  1. rincorsa: partenza da fermi, l’atleta prende velocità con una corsa ritmica di 30-45 metri a busto eretto e ginocchia alte, e progressivamente arriva alla massima velocità. Negli ultimi tre appoggi del passo, simili a dei balzi, l’atleta coordina il movimento per lo stacco
  2. stacco: è la fase dell’inizio del volo per effettuare il salto
  3. volo: è la fase in aria che serve per coprire la maggiore distanza e deve essere effettuato mantenendo il maggior equilibrio possibile 
  4. atterraggio: con le gambe distese in avanti per il contatto con la sabbia, mantenendo l’equilibrio per non cadere all’indietro e annullare la bontà della prova.

I muscoli e le articolazioni maggiormente coinvolti nella corsa, stacco, volo e atterraggio sono quelli delle gambe, ovvero quadricipite e bicipite femorale, grande gluteo, tensore della fascia lata, semitendinoso, semimembranoso, tibiale anteriore, gastrocnemio, soleo, l’articolazione della caviglia, l’articolazione del ginocchio e quella dell’anca. Le fasi più a rischio per i traumi nel salto in lungo sono lo stacco e l’atterraggio, a causa dell’estensione violenta del piede e della gamba nello stacco, seguita, nell’atterraggio, da un lieve shock che assorbe la flessione del ginocchio e della caviglia.

Salto in lungo: cause di traumi e lesioni 

Se negli sportivi amatoriali e non professionisti, riscaldamento non adeguato e eccessiva sollecitazione dei muscoli e legamenti rispetto alla loro capacità di resistenza meccanica, sono le cause principali dei traumi nel salto in lungo, e negli sport in generale, negli atleti anche alcune conformazioni del corpo possono aumentare il rischio di lesioni:

  • Sollecitazioni eccessive di muscoli e legamenti: muscoli non sufficientemente forti o troppo contratti per l’esercizio da eseguire, possono esporre le articolazioni a distorsioni di ginocchio o di caviglia, ad esempio, oltre che provocare lesioni ai muscoli e ai legamenti stessi;
  • Diversa lunghezza degli arti: lunghezze diverse degli arti sono normali nelle persone e spesso passano inosservate. In chi pratica sport, però, anche piccole differenze di lunghezza possono aumentare la predisposizione a traumi sportivi in genere di anca e di ginocchio, perché aumentano le forze applicate e le sollecitazioni su una parte del corpo rispetto all’altra;
  • Alterato appoggio del piede: alterazioni dell’appoggio del piede (supinazione, pronazione, piede arcuato, piede piatto) possono causare dolore a carico del piede, delle caviglie e del ginocchio;
  • Disallineamenti delle ginocchia: in particolare nelle donne, la presenza di rotule deviate verso l’esterno provoca dolore al ginocchio. In generale, le gambe arcuate o a X, ovvero con le rotule che si sfiorano all’interno, aumentano il rischio di traumi, lesioni da sovraccarico e usura.

Prevenzione degli infortuni nel salto in lungo

  • Seguire un programma di allenamento per uno sviluppo armonico della resistenza e della forza di ogni gruppo muscolare;
  • Prestare particolare attenzione agli esercizi di rinforzo e potenza muscolare del polpaccio e del quadricipite: se c’è un calo della forza, della potenza o della resistenza di questi gruppi di muscoli, nel salto in lungo aumenta il rischio di infortunio del ginocchio, con instabilità del ginocchio stesso;
  • Rispettare i tempi di riposo e recupero: il rischio di infortuni in ogni sport aumenta con l’aumentare della stanchezza dell’atleta. Tra gli allenamenti è importante seguire fasi e tempi adeguati di recupero.
Ortopedia e Traumatologia

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