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Schiocco della mandibola: quando preoccuparsi?

Può capitare che aprendo eccessivamente la bocca o anche solo parlando o mangiando la mandibola emetta uno schiocco e nei casi più seri si blocchi. Lo schiocco della mandibola in molti casi è un evento di cui non preoccuparsi, ma in associazione ad altri sintomi quali dolore e/o gonfiore al volto, mal d’orecchi, mal di testa, dolore al collo, o blocco della mandibola che non si apre o non si chiude, può essere causato da alcune patologie che richiedono un controllo medico e terapie specifiche. Quali sono le cause e quando rivolgersi al medico, l’abbiamo chiesto al dott. Federico Leone, otorino di Humanitas San Pio X.

Mandibola a scatto: perchè schiocca?

«Il tipico rumore articolare della mandibola a scatto è lo schiocco spesso doloroso e fastidioso che può comparire quando si allunga eccessivamente la mandibola, per esempio quando si apre troppo la bocca per uno sbadiglio – dice il dottor Leone -. Lo schiocco è provocato da un’anomalia o da un disturbo funzionale dell’articolazione temporo-mandibolare e delle strutture quali tendini, legamenti e muscoli che collegano l’osso mascellare ai lati del cranio. La mandibola a scatto, chiamata più propriamente disturbo temporo-mandibolare (TMD), ha diverse cause alcune comportamentali come il bruxismo (digrignamento dei denti), mangiarsi le unghie o mordersi le labbra o l’interno della guancia, masticare regolarmente chewingum o serrare la mascella per esempio in situazioni di stress fisico o psicologico. In questi casi è sufficiente adottare cambiamenti dello stile di vita, imparare a gestire lo stress o usare dispositivi odontoiatrici chiamati bite che aiutano a evitare di serrare la mascella e digrignare i denti».

Disturbo temporo-mandibolare: quando rivolgersi al medico?

«Alcune patologie possono causare il disturbo temporo-mandibolare – prosegue l’esperto -. Diagnosticarle è fondamentale per stabilire il trattamento evitando che l’articolazione si consumi o si lussi. Tra le più comuni cause di mandibola a scatto troviamo la malocclusione dei denti (sovramorso o sottomorso) che porta a un disallineamento della bocca e della mascella e quindi al suo schiocco. Anche l’artrite reumatoide e l’artrosi possono colpire l’articolazione temporo-mandibolare e danneggiare la cartilagine articolare, rendendo più difficili e dolorosi i movimenti della mandibola. Nei casi più gravi, anche azioni quotidiane come mangiare o parlare può causare lo scatto della mandibola e dolore. Anche traumi facciali, lesioni della mascella, dislocamento o lussazione, tutte situazioni per le quali rivolgersi al medico specie in presenza di ematomi e gonfiore, possono provocare lo scatto della mandibola, così come la sindrome miofasciale, un disturbo cronico e doloroso che colpisce alcuni muscoli, tumori della bocca (benigni e/o maligni), infezioni di alcune ghiandole della bocca che si manifestano con alito cattivo, dolore al volto, secchezza della bocca, e le apnee del sonno, un disturbo diffuso che si associa al russamento. In questo caso è spesso presente anche mal di testa, sonnolenza diurna, difficoltà di concentrazione. Se si soffre di apnea del sonno è importante richiedere un consulto medico perché aumenta il rischio di patologie gravi, quali ipertensione e infarto».

I consigli per gestire una mandibola a scatto

«In genere, in caso di click mandibolare, non c’è motivo di preoccuparsi a meno che non siano presenti altri sintomi che possono far sospettare una delle patologie descritte – sottolinea il dottor Leone -. In molti casi può essere sufficiente cambiare il modo di mangiare, evitando di masticare cibi duri o croccanti che possono esacerbare lo schiocco della mascella e preferendo cibi morbidi e piccoli bocconi per evitare di aprire troppo la bocca. Possono aiutare anche impacchi freddi e caldi sulla mandibola per 5-10 minuti o rilassare la mascella, tenendo la bocca leggermente aperta con uno spaziatore tra i denti, e adottare una buona postura per ridurre il disallineamento del viso. Tutte le terapie mediche come farmaci o terapie fisiche come TENS, laserterapia o ultrasuoni devono essere prescritte dal medico dopo la valutazione e diagnosi del problema. In rari casi può essere necessario l’intervento chirurgico».

Lo specialista riceve anche presso il centro Humanitas Medical Care di via Murat 13, a 450 metri dall’Ospedale. La struttura dispone di un ampio parcheggio nelle vicinanze a disposizione del paziente.

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