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Scompenso cardiaco: quali sono i sintomi?

Lo scompenso cardiaco è una malattia progressiva spesso asintomatica nelle fasi iniziali. La mancanza di fiato nel salire le scale, nello svolgere normali attività quotidiane o il gonfiore degli arti inferiori possono essere sintomi da non sottovalutare, specie in presenza di alcuni fattori di rischio.

Approfondiamo l’argomento con il professor Giulio Stefanini, cardiologo di Humanitas San Pio X e docente di Humanitas University.  

Cosa significa scompenso cardiaco e quali sono le cause?

Per scompenso cardiaco si intende l’incapacità del cuore di pompare efficacemente il sangue nei tessuti e organi, a causa di un danno del muscolo cardiaco a seguito di infarto del miocardio, cardiopatie valvolari, fibrillazione atriale, o per la presenza di fattori di rischio quali età, sesso (le donne sono più a rischio di scompenso cardiaco), sindrome metabolica, obesità, diabete, ipertensione non ben controllata, ipercolesterolemia

Grazie alla sua capacità di pompa, il cuore è in grado di ricevere il sangue proveniente da organi e tessuti periferici nell’atrio destro, immetterlo nel ventricolo destro per essere pompato nel circolo polmonare ed essere ossigenato. Una volta ossigenato, il sangue passa all’atrio sinistro e poi viene espulso in aorta, attraverso il ventricolo sinistro, e trasportato in tutti i tessuti e organi attraverso la circolazione sanguigna. La forza di espulsione del sangue dal ventricolo sinistro viene misurata con un valore, chiamato frazione di eiezione, che esprime la percentuale di sangue espulsa in aorta a ogni contrazione (sistole) del ventricolo. Quando il muscolo cardiaco perde la forza di contrazione, si parla di scompenso sistolico se la quantità di sangue che resta all’interno del ventricolo sinistro è superiore a quella che è in grado di espellere, mentre si parla di scompenso diastolico se è ridotta la capacità di riempimento del ventricolo stesso. Sulla base della frazione di eiezione, si parla inoltre di scompenso a frazione di eiezione conservata, a frazione d’eiezione ridotta e a frazione d’eiezione intermedia. 

Quali sono i sintomi dello scompenso cardiaco? 

Lo scompenso cardiaco è una malattia progressiva che può iniziare in modo del tutto asintomatico, nella fase iniziale, e nel tempo manifestarsi con difficoltà respiratoria (dispnea) per sforzi sempre minori, fino alla dispnea da sdraiati, che compare soprattutto di notte e induce la persona a sedersi per poter respirare. La dispnea durante le attività quotidiane è infatti il sintomo su cui si basa la classificazione della gravità dello scompenso, secondo la New York Heart Association, che permette al medico di stabilire il trattamento. Secondo questa classificazione, in assenza di dispnea durante l’attività fisica si parla di scompenso di classe I, mentre lo scompenso lieve (classe II) si definisce quando svolgere alcune attività fisiche come salire due rampe di scale o alcuni gradini portando, ad esempio, la borsa della spesa, provoca dispnea. Lo scompenso moderato grave (classe III) è definito dalla presenza di sintomi quali affaticamento respiratorio in semplici attività come camminare, mentre è classificato come scompenso grave (classe IV) quando la dispnea è presente anche a riposo. Altri sintomi che si possono presentare nello scompenso cardiaco sono il gonfiore (edema) agli arti inferiori e all’addome e la stanchezza.

Nelle persone che presentano fattori di rischio, la comparsa di questi sintomi deve indurre a rivolgersi all’attenzione del medico per una valutazione della funzionalità cardiaca. 

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