Il tumore della cervice uterina, una patologia prevenibile e curabile, continua a rappresentare una sfida significativa per la salute delle donne. In virtù dell’aumento dell’adesione agli screening, con un passaggio dal 41% nel 2022 al 47% nel 2023, i dati AIOM 2024 registrano 2382 nuove diagnosi in Italia nel 2024.
Prevenzione: dalle vaccinazioni alle buone pratiche
Già in età pre-adolescenziale, è bene sottoporsi alla vaccinazione contro l’HPV: strumento di prevenzione primaria e vaccino altamente sicuro. È disponibile per le persone dagli 11 ai 26 anni, ma efficace anche in donne più adulte e già trattate per lesioni pre-neoplastiche.
Avere un ruolo attivo nella prevenzione significa anche aderire ai programmi di screening gratuiti offerti in alcune fasce d’età; seguire il piano di screening per il tumore della cervice uterina, con Pap-test e/o HPV test, in base all’età e ai fattori di rischio; per le donne vaccinate (con almeno 2 dosi entro i 15 anni), iniziare con HPV test a 30 anni.
Tra le raccomandazioni da non trascurare:utilizzare regolarmente il preservativo, che può ridurre (non eliminare) il rischio di infezione da HPV e prestare attenzione ai sintomi del corpo: rivolgersi al ginecologo in caso di dolore durante i rapporti sessuali, sanguinamento vaginale dopo il rapporto, sanguinamento vaginale anomalo (flusso mestruale abbondante, sanguinamento tra le mestruazioni) e perdite vaginali.
Humanitas: un punto di riferimento per lo screening HPV
Humanitas San Pio X è tra le strutture della rete territoriale accreditate da Regione Lombardia per offrire lo screening HPV e la colposcopia a seguito di positività al test HPV, contribuendo così alla diagnosi precoce e alla prevenzione del tumore della cervice uterina.
Il servizio, la cui referente è la dott.ssa Sarah Moretti Montefusco, è garantito in regime ambulatoriale dagli specialisti della struttura.
«Gli screening sono strategie di prevenzione secondaria che permettono la diagnosi precoce delle lesioni precancerose che si possono poi monitorare o eliminare con piccoli interventi, evitando di fatto la progressione in tumore – sottolinea il prof. Fabio Martinelli, responsabile dell’Unità Operativa di Ginecologia Oncologica Chirurgica di Humanitas San Pio X -. Nel caso venisse riscontrato un tumore della cervice iniziale, la chirurgia riveste un ruolo diagnostico-terapeutico importante. La personalizzazione dei trattamenti permette inoltre, in casi selezionati ed in giovani donne, interventi che possono consentire la conservazione dell’utero, pur mantenendo un elevato grado di efficacia nel trattamento oncologico».
La ricerca italiana: un contributo fondamentale
«La ricerca italiana ha un ruolo fondamentale nel progresso del trattamento del tumore della cervice uterina, portando a risultati che cambiano concretamente la vita delle pazienti», afferma Domenica Lorusso, responsabile del Centro di Ginecologia Oncologica di Humanitas San Pio X e professoressa ordinaria di Humanitas University.
Lo studio KEYNOTE-A18, condotto dalla prof.ssa Lorusso, ha dimostrato che l’immunoterapia con pembrolizumab, combinata alla chemioradioterapia, riduce del 33% il rischio di morte nelle pazienti con tumore cervicale localmente avanzato. «Questo risultato rappresenta un significativo passo avanti nella cura di una malattia che, sebbene prevenibile, continua a colpire molte donne», aggiunge la prof.ssa Lorusso.
L’obiettivo: eradicare il tumore della cervice uterina
«Tuttavia, l’obiettivo ultimo rimane l’eradicazione completa del tumore della cervice uterina – dichiarano la prof.ssa Lorusso e il prof. Martinelli -. Per raggiungere tale traguardo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità propone, entro il 2030, un approccio integrato che agisca su tre fronti: la prevenzione primaria, attraverso l’aumento della copertura vaccinale contro l’HPV (90% delle ragazze entro i 15 anni); la prevenzione secondaria, con il 70% delle donne che aderiscono agli screening efficaci come il Pap test e l’HPV test; e rendere accessibile trattamenti innovativi al 90% delle donne con lesioni precancerose e con diagnosi di malattia».
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