Riprende la scuola e tornano gli allenamenti e gli impegni con le gare e le partite nel weekend. L’organizzazione di scuola, studio, compiti e sport quindi deve essere precisa per evitare che le attività dei figli siano sbilanciate verso una o l’altra attività. In realtà, se i ragazzi sono allenati fin da piccoli a destreggiarsi tra impegni scolastici e sport, i consigli servono soprattutto per placare le “ansie” dei genitori.
Ne parliamo con il dottor Fabrizio Ciralli, responsabile di Neonatologia e Pediatria di Humanitas San Pio X di Milano.
Sport da piccoli: lasciarli liberi di scegliere
L’attività sportiva dei più piccoli, sempre amatoriale fino a 8-12 anni a seconda del tipo di sport, dovrebbe essere una scelta del bambino, magari su indicazione dei genitori, ma mai un’imposizione.
La Società italiana di pediatria dà indicazioni di orientamento ai genitori che decidono di avviare i propri bambini alla pratica sportiva in età prescolare e fino alla scuola media. Si tratta di raccomandazioni che hanno lo scopo di rispettare lo sviluppo del bambino e ridurre il rischio che le aspettative sulla performance possano indurlo, nel tempo, ad abbandonare lo sport. Inoltre, i genitori possono insegnare al bambino a prendersi le responsabilità verso la sua scelta di sport, insegnamento che tornerà utile durante l’adolescenza nell’organizzazione del tempo dedicato allo studio e alla pratica sportiva.
- Nuoto: amatoriale dai 3 anni, agonismo non prima degli 8 anni.
- Sci: amatoriale dai 4 anni, meglio se affiancato da un istruttore competente, agonismo a partire dagli 11 anni.
- Ginnastica ritmica, ginnastica artistica e atletica leggera: amatoriale dai 5 anni, agonismo dagli 8 anni per la ginnastica, dai 12 anni per l’atletica leggera.
- Tennis e scherma: amatoriale dai 7 anni, agonismo dagli 8 anni per il tennis, 10 anni per la scherma.
- Calcio, basket, pallavolo, rugby: amatoriale a 6-7 anni, agonismo varia dai 10 anni per la pallavolo, 11 anni per il basket, 12 anni per rugby e calcio
- Arti marziali: amatoriale dai 6-7 anni, agonismo solo a partire dai 12 anni.
Conciliare studio e sport: quando iniziano le prime difficoltà?
In genere, se i genitori e la famiglia hanno già “lavorato” per insegnare al bambino a gestire il proprio tempo extrascolastico, alla scuola media non ci saranno difficoltà a conciliare studio e sport. Con l’adolescenza, e l’inizio della scuola superiore, spesso inizia anche l’età dell’agonismo, con le richieste di allenamenti quotidiani.
Fondamentale in questo periodo è il supporto dei genitori alle scelte dei ragazzi, preparandoli a un piano B, in cui lo sport non sarà il loro futuro professionale: infatti, per quanto possano essere determinati, nell’età dell’adolescenza i ragazzi possono cambiare idea e aspirazioni, e lo studio deve rimanere il centro delle loro scelte su cosa vogliono fare da grandi.
Tuttavia, la disciplina appresa negli anni dello sport amatoriale aiuterà moltissimo i ragazzi che desiderano continuare a praticare uno sport agonistico e frequentare una scuola impegnativa. Infatti, chi pratica sport da bambino sa che dovrà organizzarsi tra allenamento e compiti nel pomeriggio.
Consigli per adolescenti atleti e per i loro genitori
Scuola
Ai ragazzi che praticano sport agonistico, ma anche per chi non è sportivo, consiglio di concentrarsi e dare il 100% durante le ore di lezione in classe, in modo che il tempo dedicato ai compiti nel pomeriggio possa essere un “ripasso”. Se l’organizzazione scolastica lo permette, inoltre, può aiutare l’organizzazione di studio e allenamenti, chiedere agli insegnanti di programmare le interrogazioni (modalità che in molti istituti è applicata anche ai non atleti).
Ai genitori consiglio di condividere con il consiglio di classe gli impegni sportivi dei figli per trovare un equilibrio tra le varie attività.
Casa
Ai genitori, invece, consiglio di seguire i ragazzi a casa, dare loro fiducia ed essere elastici nell’aiutarli a muoversi tra le proprie scelte, per evitare il fenomeno del drop out agonistico, ovvero l’abbandono dell’attività sportive per cause esterne alla motivazione. Ad esempio, un allenatore che non accetta che si salti un allenamento prima di una verifica importante, oppure genitori con aspettative elevate sui risultati sportivi dei figli, assillanti e oppressivi, possono portare l’adolescente a mollare.
I ragazzi non vanno assecondati sempre, specie se trovano scuse per saltare un’interrogazione o un allenamento, ma affiancati e spronati, elogiati quando riescono, ma non condannati per qualche insuccesso. Importante è esortarli a trovare nuove strategie che possano aiutarli a fare meglio nella prossima gara o nella prossima interrogazione.
Tempo libero
Sapersi organizzare, significa trovare anche il tempo per lo svago e gli amici. I bambini, abituati fin da piccoli a sapersi annoiare, ad avere spazi vuoti o a giocare da soli, imparano a riconoscere il valore di saper gestire il loro tempo libero tra studio e allenamenti.
Visite ed esami
-
2.3 milioni visite
-
+56.000 pazienti PS
-
+3.000 dipendenti
-
45.000 pazienti ricoverati
-
800 medici