Sono sempre più le ragazze e le donne a cui viene diagnosticata la sindrome premestruale, che si manifesta puntuale poco prima dell’inizio del ciclo ed è caratterizzata da stanchezza, ansia, irritabilità, malumore simile a depressione, oltre che mal di testa e dolore al seno.
Cosa aiuta ad alleviare la sindrome premestruale? L’abbiamo chiesto alla dottoressa Raffaela Di Pace, ginecologa di Humanitas San Pio X
Grazie a dei piccoli cambiamenti nella vita quotidiana, è possibile contribuire ad alleviare i sintomi della sindrome e vivere con più serenità questo particolare momento del mese.
Alimentazione e attività fisica alleviano i sintomi
«Tenendo presente che è sempre il medico di medicina generale, nutrizionista o ginecologo la persona a cui fare riferimento per sciogliere dubbi e chiedere supporto – sottolinea l’esperta -, per evitare irritabilità e cambiamenti d’umore repentini, stanchezza e spossatezza durante il periodo premestruale può essere utile intervenire sul proprio stile di vita.
Alimentazione e sindrome premestruale
Si può iniziare dall’alimentazione, che dovrebbe essere sana ed equilibrata, ricca di ferro e vitamine del gruppo B, indispensabili per combattere la stanchezza e per favorire il drenaggio dei liquidi. Anche calcio, vitamina D, magnesio e Omega-3 sono importanti per combattere i sintomi della sindrome premestruale. Andrebbe evitato o limitato, invece, il consumo di alcol e caffeina, che hanno ripercussioni negative sul riposo notturno, e sale che aumenta la ritenzione idrica. Inoltre, mantenersi idratate bevendo la giusta quantità di acqua (almeno 2 litri al giorno) aiuta a contrastare i sintomi della sindrome premestruale, oltre a ridurre il gonfiore e stimolare i processi digestivi.
Attività fisica e sindrome premestruale
Infine, un aiuto importante proviene anche dall’attività fisica – conclude la dottoressa Di Pace – dato che uno stile di vita poco sedentario e lo svolgimento di attività fisica regolare a intensità moderata aiutano a migliorare e stabilizzare il tono dell’umore. Nei casi in cui invece modificare lo stile di vita non sia sufficiente, si può intervenire con derivati fitoterapici, in primis l’agnocasto che ha un’azione simile a quella del progesterone, ormone dominante nella fase post-ovulatoria.
Come ultima possibilità si può ricorrere a una terapia ormonale che può essere caratterizzata da una integrazione di progesterone nella seconda metà del ciclo o a una pillola che, abolendo le fluttuazioni ormonali del ciclo naturale, elimina la causa della sindrome premestruale all’origine».
Visite ed esami
-
2.3 milioni visite
-
+56.000 pazienti PS
-
+3.000 dipendenti
-
45.000 pazienti ricoverati
-
800 medici