Nello sci anche le spalle possono essere soggette a lesioni e traumi. Una caduta accidentale oppure lo scontro con un altro sciatore, possono essere la causa di lesioni che, in alcuni casi, potrebbero non dare subito sintomi importanti. Il dolore che non passa, però, è sempre un campanello d’allarme da non sottovalutare.
Ne parliamo con il dottor Andrea Lisai, ortopedico di spalla di Humanitas San Pio X.
Lussazioni, fratture e rotture di tendini
Le lesioni di spalla che possono avvenire sugli sci o sullo snowboard variano sulla base dell’età dello sciatore. Ad esempio, dopo i 60 anni sono più frequenti i traumi che coinvolgono i tendini della cuffia dei rotatori, con rottura di un tendine, mentre lussazione e sublussazione di spalla, lussazioni acromion claveari, fratture dell’omero e della clavicola sono più frequenti nei giovani. Si tratta di infortuni da non sottovalutare perché possono compromettere la ripresa di attività lavorativa e sportiva, una volta rientrati dalla vacanza sulla neve.
- Fratture di spalla
Le fratture di spalla più comuni nello sci sono la frattura prossimale di omero, ovvero la frattura della parte dell’osso omerale più vicina alla spalla, la frattura del trochite omerale e la frattura di clavicola. In tutti i casi, la frattura è in genere causata da traumi ad alto impatto, come ad esempio lo scontro con un altro sciatore. I segni di frattura possono essere evidenti, come nel caso di frattura scomposta, oppure non evidenti, come nel caso della frattura composta.
- Lussazione e sublussazione di spalla
La lussazione e sublussazione anteriore gleno-omerale, con fuoriuscita della spalla in avanti, e la lussazione acromion claveare sono frequenti nelle cadute accidentali con il braccio disteso in avanti. Nella caduta, in caso di lussazione, la testa dell’omero si sposta dalla sua sede, una superficie che si trova sulla scapola detta glena, determinando un’impossibilità pressoché totale di muovere il braccio. Sulla base del tipo di trauma ad alta o bassa energia, la fuoriuscita della testa omerale può provocare anche danni ai legamenti gleno-omerali, all’osso o ai tendini. La sublussazione può non essere così evidente come la lussazione di spalla, ma è un trauma da non sottovalutare.
- Lesioni di cuffia e rottura di un tendine
In alcuni casi, una lesione di cuffia con rottura di un tendine da caduta o da contatto potrebbe dare dolore ma non limitazioni di forza o di movimento, chiamate limitazioni funzionali di spalla, tali che lo sciatore debba rivolgersi a un pronto soccorso. Tuttavia, se non diagnosticate e trattate precocemente, queste lesioni, nel tempo, possono portare a compromettere la funzione della spalla in modo grave.
Lesioni gravi e sintomi lievi
Archiviare come “una brutta botta”, un incidente sugli sci che ha coinvolto la spalla, non è mai una buona idea. Infatti, una frattura parzialmente scomposta del trochite omerale o la rottura parziale di un tendine della cuffia dei rotatori, potrebbero essere compensate da una struttura muscolare tonica dello sciatore e non dare subito problemi.
Inoltre, il dolore potrebbe passare con qualche giorno di ghiaccio e l’assunzione di un anti-infiammatorio, e dare la sensazione allo sportivo che tutto sia risolto. Tuttavia, in alcuni casi, i problemi si potrebbero presentare nel tempo, con forti limitazioni nel movimento della spalla.
Infine, la presenza di un ematoma nella sede del trauma è un segno da non sottovalutare perché potrebbe indicare un segno di frattura composta dell’estremo prossimale dell’omero.
Cosa fare se il dolore non passa?
Dopo un trauma di spalla non è mai una buona idea tornare sugli sci senza sapere se si tratta di una semplice botta o una lesione che richiede riposo e cure. La raccomandazione, nei casi in cui non ci siano segni evidenti di frattura o lussazione, è di mettere del ghiaccio sulla parte, più volte al giorno per 3-5 giorni, e assumere un antinfiammatorio in caso di dolore. Se dopo questo periodo il dolore non è passato e la riduzione funzionale, cioè la perdita di forza è presente, è consigliabile rivolgersi a uno specialista di spalla per escludere traumi maggiori.
Durante la visita, e con l’aiuto di Rx ed ecografia di spalla, quest’ultima effettuata dall’ortopedico stesso in fase di valutazione del trauma, sarà possibile escludere o confermare anche la presenza di una piccola frattura composta dell’osso prossimale dell’omero, una sublussazione o una lesione tendinea.
Nel caso di lussazione, una volta eseguite le opportune manovre di riduzione della lussazione e una radiografia di controllo per escludere fratture associate, sarà necessario immobilizzare il braccio con un tutore per 20-25 giorni. Anche la risonanza magnetica eseguita entro 10-15 giorni dalla lussazione può essere utile a identificare lesioni ossee e legamentose, ma è importante che entro un mese dalla lussazione lo sciatore si rivolga ad un esperto.
Infatti, anche lesioni lievi o che non hanno avuto gravi conseguenze sulla funzionalità della spalla, se non diagnosticate e trattate precocemente, in molti casi con la sola terapia conservativa e un periodo di riposo, nel tempo possono diventare lesioni che difficilmente potranno essere trattate senza ricorrere a un intervento chirurgico.
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