Capita di cadere e farsi male durante l’attività sportiva, specie all’aria aperta. Cadere sulla spalla, può causare diversi tipi di trauma, dalla frattura alla lussazione, quest’ultima più frequente nei giovani. «La spalla è il complesso articolare più mobile del corpo umano – spiega il dott. Marco Neri, ortopedico del reparto di Ortopedia di Humanitas San Pio X diretto dal dott. Federico D’Amario -, formato da 3 ossa (omero, scapola e clavicola) e 5 articolazioni (gleno-omerale, acromion-claveare, sterno-claveare, scapolo-toracica e sub-acromiale). Cadere facendo alcuni sport invernali, come lo sci da discesa, sci da fondo, snowboard, o anche pattinaggio su ghiaccio o semplicemente durante una ciaspolata possono provocare un trauma diretto alla spalla e determinare fratture dell’omero prossimale o della glenoide scapolare o della clavicola. Queste fratture, se sono composte, quindi senza allontanamento dei frammenti, guariscono perfettamente senza interventi chirurgici; se invece dalle indagini radiologiche si evidenziano scomposizioni dei frammenti ossei è necessario ripristinare l’allineamento scheletrico con un trattamento chirurgico che può prevedere l’uso di viti singole o di placca e viti».
Lussazione: da trauma diretto o indiretto, il trattamento cambia
Non solo fratture. «Un trauma diretto della spalla può determinare la lussazione dell’articolazione acromion-claveare – prosegue l’esperto -. Questo tipo di trauma viene riparato immediatamente, con tecnica mini-invasiva, quando alla lesione legamentosa si associa una lacerazione muscolare. Invece, un trauma indiretto può provocare la lussazione gleno-omerale con perdita di contatto dei capi ossei della spalla. Pertanto, è necessario ripristinare immediatamente la congruenza articolare per evitare danni permanenti a vasi e nervi che circondano l’articolazione. Quando questo tipo di lussazione avviene in età compresa tra i 12 ed i 23 anni nel 50% dei casi gli episodi di lussazione si possono ripetere anche con traumi di minor intensità, e con rischi sempre maggiori di determinare lesioni ossee e soprattutto lesioni del nervo ascellare. Per questo motivo, dopo il primo episodio di lussazione, in genere si consiglia un intervento di riparazione legamentosa che in questa fase è possibile eseguire con tecnica mini-invasiva. E’ importante sottolineare che all’aumentare dell’età del paziente, minore è la percentuale di recidiva della lussazione; infatti in questi casi, dopo la riduzione della lussazione ed il posizionamento del tutore si esegue normalmente un percorso di rieducazione fisioterapica che conduce la spalla alla normale ripresa funzionale».
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