Sono anche molto giovani gli sportivi, spesso calciatori, che hanno episodi di gravi aritmie come la tachicardia ventricolare durante una partita. Si tratta di eventi rari, ma con adeguati esami diagnostici è possibile evitare i rischi di eventi gravi nello sport.
Ne parliamo con il professor Giulio Stefanini, cardiologo di Humanitas San Pio X.
Tachicardia ventricolare: cos’è?
La tachicardia ventricolare è un’aritmia che si manifesta con palpitazioni e una frequenza cardiaca che può arrivare anche a 200 battiti al minuto sebbene, in condizioni normali, il cuore abbia una frequenza tra 60 e 100 battiti al minuto. Un’aritmia è un disturbo del sistema elettrico del cuore, ovvero il pacemaker naturale chiamato nodo senoatriale, in cui hanno origine i battiti cardiaci. In pratica, quando alcuni battiti del cuore, che in condizioni normali sono sempre originati nell’atrio destro del cuore, sono scatenati da uno dei ventricoli, si parla di una specifica aritmia chiamata tachicardia ventricolare. Quando accade, i ventricoli non riescono a svolgere la normale funzione di pompa, la pressione arteriosa si abbassa, si può manifestare un’insufficienza cardiaca e, in caso di tachicardia ventricolare sostenuta, cioè di durata superiore a 30 secondi, il cuore smette di battere e può andare in arresto cardiaco da fibrillazione ventricolare. Per questo motivo, la tachicardia ventricolare è considerata un evento estremamente pericoloso.
Quali fattori scatenano la tachicardia ventricolare nei giovani?
Nei giovani la tachicardia ventricolare è rara e spesso non presenta i fattori scatenanti l’aritmia negli anziani, come ad esempio una cardiomiopatia. Quando una tachicardia ventricolare si manifesta nei giovani, spesso sportivi, in alcuni casi è presente una condizione ereditaria chiamata sindrome del QT lungo, o si tratta di una torsione di punta, una forma di tachicardia ventricolare che si verifica nelle persone con intervallo QT lungo (il QT misura e descrive l’attività elettrica nei ventricoli). La torsione di punta si manifesta con un’aritmia così veloce e rapida che può risolversi spontaneamente in pochi secondi oppure diventare in breve tempo fibrillazione ventricolare: in questo caso, il cuore smette improvvisamente di battere causando rapidamente arresto cardiaco e morte. Talvolta, la tachicardia ventricolare da torsione di punta può essere scatenata dall’esercizio fisico, mentre bassi livelli di potassio nel sangue (ipokaliemia) possono provocare un QT lungo (e quindi una tachicardia ventricolare).
Si può praticare sport con un’aritmia ventricolare?
Persone con diagnosi di aritmia ventricolare in terapia o trattate con l’impianto di un defibrillatore elettrico possono praticare sport, anche se è sconsigliata la pratica di sport a livello agonistico. Il defibrillatore è un dispositivo chiamato ICD che viene impiantato durante un intervento chirurgico in anestesia locale, e viene collegato al muscolo cardiaco attraverso elettrocateteri: quando il dispositivo riconosce un’anomalia del battito, come una tachicardia ventricolare o fibrillazione ventricolare, interviene in modo autonomo fornendo uno shock elettrico interno e ripristina la normale funzionalità cardiaca. Il dispositivo ICD è inoltre collegato da remoto a un sistema che registra l’attività elettrica del cuore del paziente e comunica con il cardiologo.
Un’aritmia è, in genere, riscontrabile con la visita specialistica, l’ECG e il test da sforzo. In caso sia necessario studiare più approfonditamente la funzionalità cardiaca può essere necessaria una RM cardiaca, utile anche nella valutazione pre-operatoria degli sportivi candidati all’impianto di un ICD.
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