COME TI POSSIAMO AIUTARE?

Centralino
+39 02 6951 1
PRENOTAZIONE SSN
+39 02 6951 6000

LUNEDì – VENERDì
dalle 10.30 alle 12.00 e dalle 14 alle 16.30
SABATO CHIUSO

PRENOTAZIONE PRIVATI, ASSICURATI, CONVENZIONATI
+39 02 69 51 7000

LUNEDì – VENERDì
dalle 8.00 alle 19.00
SABATO - dalle 08.00 alle 13.00

PRENOTAZIONE PRELIEVI
02 69517000

Dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.00

HUMANITAS PER LEI
+39 02 69 51 5151

Dal lunedì al venerdì
Privati, Assicurati e Convenzionati
dalle 9 alle 17

SSN dalle 10:30 alle 17

CENTRO PRIMO INTERVENTO ORTOPEDICO

Dal lunedì alla domenica
Dalle 8.00 alle 20.00

+39 02 69 51 5555

Il servizio è effettuato in regime privato.

Tennis: traumi e lesioni comuni, e come evitarli

Il tennis, considerato un gioco nel Medioevo, è oggi uno sport tra i più praticati ad ogni età. Si tratta di uno sport che richiede elevate competenze tecniche, ovvero un’elevata coordinazione neuromuscolare che si apprende con un adeguato allenamento e che costituisce anche la pietra miliare della prevenzione di traumi e lesioni.

Ne parliamo con il dottor Vittorio Di Giacomo, ortopedico dell’Unità Funzionale di Traumatologia sportiva di Humanitas San Pio X. 

Lesioni: acute e croniche, e come prevenirle

Per giocare a tennis non basta essere in grado di colpira una pallina con la racchetta, ma bisogna imparare il gesto atletico in modo corretto, usando quindi tutto il braccio e la spalla, ma anche il tronco e le gambe. Capita spesso, infatti, che i tennisti che giocano senza un’adeguata preparazione muscolare sviluppino lesioni da sovraccarico dei tendini dell’avambraccio, del gomito e della cuffia dei rotatori. 

Nel tennis esistono due tipi di lesioni:

  • le lesioni acute da sovraccarico che si manifestano con dolore acuto, spesso dopo una partita più impegnativa o prolungata rispetto al proprio livello di preparazione e allenamento, che talvolta passa semplicemente con riposo e ghiaccio;
  • le lesioni croniche, ovvero il dolore che perdura da tempo e con cui il tennista, spesso, convive. 

Gomito

L’infiammazione da sovraccarico del gomito nota come gomito del tennista (epicondilite) nel dolore acuto, ad esempio, è la più comune delle lesioni nel tennis, talvolta causata da una scarsa preparazione, ma anche dall’accordatura della racchetta sbagliata per la persona, o un’impugnatura della racchetta non adeguata alla tipologia di colpo da fare. Inizialmente, si tratta di una infiammazione epicondilare che, non trattata, sul lungo periodo può arrivare a provocare lesioni croniche.

In caso di dolore acuto, è bene rivolgersi all’ortopedico se, una volta comparso, il dolore tende a ripresentarsi ogni volta che si gioca. In questo caso, la terapia è basata su infiltrazioni di antinfiammatori locali e fisioterapia, mentre in caso di dolore cronico, oggi, le terapie biologiche con PRP hanno dimostrato notevoli benefici. La preparazione fisica e muscolare, invece, costituiscono la miglior prevenzione possibile.

Polso

Nel tennis, le lesioni a livello del polso interessano in genere la cartilagine triangolare sottoposta a traumi o sovraccarichi specie nei colpi di chiusura, cioè nel top speed o nei colpi molto tagliati, in cui il polso, più che il gomito e la spalla, è coinvolto. Anche in questo caso, la prevenzione è nella preparazione muscolare e nell’allenamento.

Spalla 

Contrariamente a quanto si è portati a credere, il tennis provoca raramente lesioni acute alla spalla, mentre può provocare, nel lungo periodo, infiammazioni tendinee croniche o lesioni della cuffia dei rotatori. Per ridurre il dolore, in molti casi può essere sufficiente la fisioterapia, mentre la preparazione atletica, cioè imparare bene ad effettuare il gesto sportivo, e il rinforzo muscolare costituiscono sempre la più efficace prevenzione delle lesioni della spalla.

In alcuni casi, la cuffia dei rotatori viene sovraccaricata da una situazione nota come “scapola alata”. Si tratta di una insufficienza dei muscoli dorsali (tra cui i romboidi) che stabilizzano le scapole, che assumono la forma di due alette quando si eleva il braccio sopra la testa, sovraccaricando i tendini della cuffia, e nel lungo periodo provocando anche la lesione del sovraspinato a causa del conflitto che viene a crearsi tra la testa dell’omero e l’osso della spalla chiamato acromion, la cosiddetta sindrome da conflitto subacromiale.

Schiena 

Il tennis non è uno sport traumatico per la schiena, contrariamente al golf che è uno sport che prevede torsioni del busto con rotazioni a piedi fermi. Nel tennis, invece, possono comparire problemi e dolore di tipo lombare solo nel caso di scarsa preparazione muscolare, specie nella battuta in cui il gesto richiede l’inarcamento della schiena e poi la spinta in avanti. In genere, le persone con scarsa preparazione tendono a eseguire la battuta imprimendo la forza con il braccio, mentre in realtà sono le gambe a imprimere l’energia cinetica necessaria alla battuta.

Ginocchio

Nel tennis, la muscolatura delle gambe è tanto importante quanto quella di spalle, braccia, polso e schiena. Non è raro, quindi, che nei principianti o nei tennisti non ben allenati, i cambi di direzione con piede a terra possono provocare distorsione del ginocchio e lesioni del menisco. Non sempre la soluzione alle lesioni del menisco è di tipo chirurgico, ma quando è necessaria la chirurgia, in genere si può tornare a giocare a tennis dopo circa 40 giorni da meniscectomia, oppure dopo due mesi dalla sutura meniscale.

Anche i tennisti con una protesi di ginocchio possono giocare a tennis, sia che si tratti di una protesi monocompartimentale, sia che la protesi sia totale. In entrambi i casi, è però fondamentale parlare con il proprio chirurgo prima di ricominciare a giocare a tennis dopo l’intervento.

Caviglia

La distorsione di caviglia è un trauma comune nel tennis. Alla base della prevenzione c’è la preparazione muscolare e propriocettiva che migliora e aumenta la capacità di stabilità e di equilibrio, prevenendo il rischio di distorsione.

Visite ed esami

I numeri di Humanitas
  • 2.3 milioni visite
  • +56.000 pazienti PS
  • +3.000 dipendenti
  • 45.000 pazienti ricoverati
  • 800 medici