Nel caso di tumore alla prostata, solitamente non compaiono sintomi. Per questo, non sottoporsi a controlli regolari o non discutere con il proprio medico riguardo ai problemi di salute è rischioso.
Mentre alcuni sintomi, infatti, possono essere spia di problemi poco gravi che richiedono minimi interventi, in altri casi possono essere segnale di problemi più seri. Sottovalutarli senza confrontarsi con un medico significa perdere l’opportunità di diagnosticare il tumore e trattarlo precocemente.
Vediamo insieme al dott. Roberto Musci dell’Unità di Urologia di Humanitas San Pio X quali sono i sintomi da non sottovalutare e come procedere.
I medici identificano i tumori più frequenti negli uomini (prostata, testicoli, vescica e reni) in modo differente.
Il tumore alla prostata viene diagnosticato attraverso l’analisi dei valori del PSA, un esame del sangue che individua i livelli di glicoproteina prodotta dalla prostata.
In presenza di quali sintomi è il caso di contattare il medico?
Anche solo per escludere la presenza di problemi più gravi, è il caso di contattare il medico in presenza di questi due sintomi:
Dolore ai testicoli
Il tumore ai testicoli, o tumore testicolare, colpisce principalmente uomini di età compresa tra i 15 e i 35 anni, ma può svilupparsi anche nei bambini o negli uomini più adulti. I segnali più comuni sono:
- dolore
- gonfiore
- durezza
- presenza di un nodulo nel testicolo
In presenza di questi disturbi o di cambiamenti in entrambi i testicoli, rivolgiti al tuo medico per una valutazione professionale.
Sangue nelle urine
Il sangue nelle urine è spesso associato ad altre condizioni non cancerogene. Tuttavia, può essere anche segnale di un cancro alla vescica o ai reni.
“Il sangue nelle urine è un sintomo spesso sottostimato, liquidato come “cistite” e trattato con antibiotici. In presenza di questa condizione, si consiglia di eseguire un’ecografia di routine dell’apparato urinario e la ricerca di cellule tumorali nelle urine. In caso di risultato dubbio o sospetto, si deve procedere con una tac all’addome con mezzo di contrasto e ad una cistoscopia di controllo” spiega il medico.
Cosa fare in presenza di questi sintomi?
Se entrambi i sintomi si manifestano, rivolgiti al tuo medico per una valutazione iniziale e consigli aggiuntivi. Il medico potrebbe suggerirti di rivolgersi ad un urologo per un’ulteriore valutazione.
In particolare:
- se vi sono cambiamenti nei testicoli, l’ecografia è il primo step. In base ai risultati il medico potrebbe richiedere test aggiuntivi.
- in caso di sangue nelle urine, i tipici test da eseguire sono un’urinocoltura, un esame citologico (test che analizza il contenuto delle urine), una Uro-TAC (analisi morfologica e funzionale delle vie urinarie) e una cistoscopia (esame che permette di visualizzare l’interno dell’uretra e della vescica).
Un semplice esame del sangue per la diagnosi del tumore della prostata
Come detto in precedenza, il tumore alla prostata, il tipo di cancro più comune negli uomini, in molti casi è asintomatico. Tuttavia, viene diagnosticato spesso tramite il test dell’antigene prostatico specifico (PSA). Si tratta di un semplice esame del sangue che determina i livelli di PSA, una proteina prodotta dalla ghiandola prostatica, un marcatore utile per individuare il tumore alla prostata ed un indicatore dell’ipertrofia prostatica benigna.
“Da solo il PSA non è un esame affidabile per la diagnosi della neoplasia prostatica poiché spesso il risultato è aumentato a causa di infiammazioni prostatiche locali” ha aggiunto il medico.
È consigliabile fare il primo PSA a partire dai 50 anni e il risultato determinerà quanto spesso l’esame dovrà essere ripetuto nel tempo.
Se il livello del PSA è pari o inferiore alla media, l’esame andrà ripetuto ogni cinque anni. Se il livello di PSA è sopra alla media, si raccomanda di ripeterlo ogni uno/due. Se esiste una familiarità per neoplasia prostatica (fratelli, padre, zii o nonni positivi alla patologia), allora l’esame dovrà essere effettuato annualmente a partire dai 45 anni.
“Occorre ricordare che esistono neoplasie prostatiche a basso PSA. È bene, dunque, associare l’esame ad una visita urologica ed ulteriori esami di approfondimento (biopsia prostatica eco guidata o tramite risonanza multi parametrica). Se il valore del PSA è decisamente basso, è difficile che la prostata sia molto ingrossata; d’altro canto, se il valore controllato nel tempo tende ad aumentare, oltre a escludere il rischio di tumore può essere opportuno valutare l’eventuale presenza di iperplasia in sviluppo” afferma il dottor Musci.
Se fatto nei tempi e nei modi indicati dall’urologo, il controllo del PSA è tuttavia un buon metodo per capire che cosa stia accadendo alla ghiandola prostatica.
Gli uomini più giovani, invece, dovrebbero controllare mensilmente eventuali cambiamenti dei testicoli o presenza di noduli che potrebbero svilupparsi.
“Sicuramente l’autopalpazione nel maschio è importantissima. L’aumento del diametro di un testicolo, della sua consistenza ed eventualmente la presenza di dolore, devono indirizzare il paziente dall’urologo che valuterà la necessità di far eseguire un’ecografia ecocolor doppler testicolare ed esami ematochimici particolari (markers)” ha concluso il medico.
È importantissimo non sottovalutare un cambiamento anatomico nel volume dei testicoli; il rischio è quello di ritardare la diagnosi di neoplasie testicolari.
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