E’ uno dei disturbi più frequenti tra le donne ma non risparmia neppure gli uomini. Oggi, grazie a tecniche mininvasive e endoscopiche, l’intervento per il tunnel carpale permette di tornare ad usare la mano senza restrizioni. A raccontare come si svolge l’intervento in caso di sindrome del tunnel carpale, il dottor Giorgio Pivato, Responsabile Chirurgia della mano e Microchirurgia Ricostruttiva di Humanitas San Pio X in una video intervista a Ok Salute.
Il tunnel carpale è un canale situato in corrispondenza del palmo della mano. Attraversato dai tendini flessori e dal nervo mediano, quando questi si infiammano lo spazio all’interno del tunnel si riduce, i nervi vengono “compressi” e insorge una riduzione dell’apporto di sangue al nervo. Da qui si scatenano i tipici sintomi della cosiddetta sindrome del tunnel carpale quali formicolio specie notturno. «Quando i sintomi sono ormai conclamati e invalidanti – spiega il dottor Giorgio Pivato – ovvero il paziente è limitato nei gesti quotidiani, la soluzione è l’intervento chirurgico, oggi eseguito con tecniche mininvasive ed endoscopiche in anestesia locale. Si tratta di un intervento della durata di circa 60-90 secondi, che prevede una piccola incisione lungo una piega del polso, posta a livello del cinturino dell’orologio: al termine dell’intervento, non vengono messi punti di sutura, il paziente può usare la mano già dal giorno dopo, guidare l’auto, portare pesi, e ogni tipo di movimento senza restrizioni».
Quando l’intervento può essere evitato?
Solo in caso di sintomi lievi riferiti dal paziente ed elettromiografia che mostri solo una lieve sofferenza del nervo, il trattamento iniziale, ma non risolutivo, può essere non chirurgico. «La terapia conservativa – prosegue l’esperto – prevede fondamentalmente di indossare un tutore notturno per evitare la flessione esagerata del polso per molte ore, in modo da ridurre la pressione sul nervo. Nella maggior parte dei casi, però, il paziente arriva con sintomi così invalidanti da indicare l’intervento chirurgico».
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