Torniamo a parlare di vaccini in gravidanza insieme alla dottoressa Marinella Dell’Avanzo, ginecologa di Humanitas San Pio X, e con il contributo dell’Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani e dell’European Society of Breast Echography.
Infatti, da sempre considerati efficaci e sicuri nella prevenzione delle malattie infettive, anche in gravidanza, tuttavia, complici le fake news, ovvero la disinformazione che viaggia veloce in rete e sui social, vaccini e campagne vaccinali sono spesso viste con diffidenza, sospetto, esitazione, fino ad arrivare al rifiuto completo.
Esitazione vaccinale in gravidanza: può avere conseguenze anche per il nascituro
Con il diminuire della frequenza delle malattie per cui vengono utilizzati i vaccini, molte persone hanno perso la percezione della loro minaccia per la salute. Tanto che, proprio il successo dei vaccini nella prevenzione di malattie infettive, da una parte ha portato molti a non ritenere più i vaccini un’opportunità per mantenere e proteggere la propria salute e benessere, dall’altra a far sorgere fenomeni quali i movimenti “no vax” o le “fake news” che circolano nel web, contribuendo ad aumentare ulteriormente la diffidenza nei vaccini e nel personale sanitario che li raccomanda. Questo fenomeno chiamato “esitazione vaccinale”, ovvero ritardare o rifiutare la vaccinazione nonostante la disponibilità del vaccino, nelle donne in gravidanza può avere conseguenze non solo sulla salute personale ma anche su quella del nascituro.
Per esempio, decidere di non vaccinarsi contro l’influenza può aumentare il rischio di problemi come parto pretermine o di aborto, ma anche complicanze in caso il neonato contragga il virus nei primi mesi di vita. Infatti, per i bambini molto piccoli non è prevista alcuna vaccinazione prima dei 2 mesi, e per proteggere il bambino è consigliato che la mamma si vaccini contro l’influenza.
Vaccini in gravidanza e fake news
Livello di educazione, condizione lavorativa, mancata raccomandazione e informazione da parte del personale sanitario sui benefici e sulla sicurezza dei vaccini, secondo uno studio condotto all’Università del Colorado, possono portare alcune donne in gravidanza a considerare le vaccinazioni come non prioritarie, perché temono che il vaccino sia nocivo per il bambino (48%), pensano che sia inutile (38%), sono genericamente preoccupate in merito ai vaccini (32%), desiderano una “gravidanza naturale” (31%), oppure hanno paura dell’autismo (25%). Tra le principali “fake news” che paure e disinformazione alimentano, troviamo:
- I vaccini sono pericolosi in gravidanza e per il neonato – No. I vaccini utilizzati nelle donne in gravidanza sono composti da virus uccisi o inattivati, o particelle di virus inattivate, che non possono nuocere in alcun modo né alla madre né al bambino, e non contengono sostanze pericolose neppure per il feto.
- I vaccini indeboliscono il sistema immunitario – No. I vaccini agiscono attivando le difese immunitarie dell’individuo nei confronti di diversi microrganismi; sono virus e malattie infettive a indebolire il sistema immunitario e a renderci più vulnerabili alle ricadute da infezioni.
- Il vaccino induce la malattia per cui ci si vaccina – No. Non contenendo particelle virali intere attive, i vaccini somministrati in gravidanza non possono causare alcuna malattia.
Vaccinarsi in gravidanza
- contro l’influenza: perchè la donna in gravidanza è più a rischio di complicanze respiratorie rispetto alla popolazione generale, e per proteggere il neonato che non può essere vaccinato prima dei 6 mesi di vita. Il passaggio degli anticorpi materni, prodotti dopo la vaccinazione, dalla placenta al feto è l’unico modo per proteggere il neonato. Sono necessarie circa 3 settimane prima che avvenga la risposta anticorpale; inoltre, tale risposta deve essere completata prima del picco dell’influenza, generalmente a fine gennaio-inizio febbraio. La vaccinazione antinfluenzale, secondo le nuove indicazioni del Ministero della Salute, può essere effettuata in ogni fase della gravidanza, prima della stagione epidemica (da fine ottobre a prima di Natale). Il vaccino influenzale protegge per tutta la stagione epidemica, ma deve essere ripetuto ogni anno perchè il virus influenzale muta ogni anno.
- contro la pertosse perché, soprattutto nei primi 6 mesi di vita, la pertosse può essere trasmessa al neonato sia dalla mamma, sia da parenti stretti, e può provocare complicanze neurologiche permanenti, fino alla morte. La vaccinazione o l’aver contratto l’infezione in modo naturale, permettono di acquisire un’immunità temporanea contro la pertosse, che rende importante fare vaccinazioni di richiamo durante il corso della vita. Secondo le nuove Linee Guida del Ministero della Salute, la vaccinazione contro la pertosse deve essere effettuata dalla 27° alla 36° settimana di gestazione, idealmente intorno alla 28° settimana, perché in questo periodo della gravidanza si ottiene una migliore risposta immunitaria e viene garantito un passaggio ottimale di anticorpi al feto. Anche in altri momenti, però, la vaccinazione può essere comunque utile; quindi è bene consultare il proprio ginecologo.
-
2.3 milioni visite
-
+56.000 pazienti PS
-
+3.000 dipendenti
-
45.000 pazienti ricoverati
-
800 medici