La vertigine è una sensazione erronea di equilibrio rispetto all’ambiente circostante. Gli episodi di vertigini – spiega il dottor Tindaro Amaina, otorinolaringoiatra di Humanitas San Pio X – sono spesso accompagnati da sintomi quali nausea, malessere, ansia e paura che si possano ripresentare. Non tutte le vertigini hanno le stesse cause né gli stessi tempi di guarigione che variano aumentando all’aumentare dell’età, né si manifestano allo stesso modo ma possono variare da persona a persona, comparire all’improvviso a qualunque età, durare pochi istanti oppure ore o giorni, e talvolta risolversi spontaneamente per poi ricomparire in seguito a un semplice movimento della testa o cambio di posizione. Anche le cause sono diverse, e per ciascuna anche la soluzione è diversa. La vertigine si può distinguere in oggettiva, nella quale il paziente riferisce di sentirsi come “su una giostra”, e vertigine soggettiva, in cui viene spesso riferita la sensazione di sentirsi ubriachi o di essere “su una barca”».
Non tutte le vertigini sono uguali. Ecco le principali cause
Da non confondersi con l’equilibrio instabile associato a disturbi della cervicale o alle cefalee, la maggior parte delle persone attribuisce la causa delle vertigini alla labirintite, ovvero l’infiammazione del labirinto, sebbene le cose non stiano sempre così. «Il labirinto infatti è quell’importante struttura situata all’interno dell’orecchio, che ha la funzione, insieme agli otoliti, di mantenerci in equilibrio stabile – continua il dottor Amaina -. Il mantenimento dell’equilibrio però è reso possibile anche da altri fattori come ad esempio il nervo vestibolare, che invia al cervello tutte le informazioni relative a ogni minima variazione di posizione della testa nello spazio». Escludendo cefalee e cervicalgie, ecco un elenco della cause più comuni di vertigine:
– Labirintite
– Distacco e migrazione degli otoliti all’interno del labirinto
– Sindrome di Menier (alterata pressione dei fluidi contenuti nell’orecchio interno)
– Traumi alla testa
– Intossicazione
– Abuso di alcol
– Disidratazione
– Infiammazioni
– Infezioni da virus o batteri
– Stress
«In caso di intossicazione sia alimentare o da farmaci – precisa l’esperto – le vertigini si manifestano in maniera molto violenta a causa dell’interessamento specifico del nervo vestibolare».
Come diagnosticare le vertigini: la videonistagmografia
Il nistagmo è quel movimento involontario della pupilla da destra a sinistra che è sempre presente quando la vertigine è di tipo vestibolare. «Mentre un tempo l’otorinolaringoiatra valutava a occhio nudo la presenza di nistagmi – continua il dottor Tindaro Amaina – oggi esiste un esame, chiamato videonistagmografia, che permette di rilevarne la presenza, qualitativa e quantitativa, in modo da valutare il tipo e l’origine della vertigine. Tramite un paio di occhiali dotati di telecamera interna e che il paziente indossa durante la visita, è possibile effettuare rilevazioni che saranno utili al medico per indirizzare il paziente verso accertamenti diagnostici più avanzati, tipo la risonanza magnetica, o direttamente verso le opportune terapie specifiche».
A ogni vertigine la sua cura
La cura dipende dal tipo di vertigine. «In caso di labirintite o di sindrome di Menier – sottolinea l’esperto – sono necessari farmaci antivertiginosi, mentre molto più spesso la terapia è riabilitativa ovvero tramite esercizi e manovre ripetibili. Quando la vertigine ha la sua causa nell’anomalo posizionamento degli otoliti al di fuori dell’utricolo (una piccolissima sacca che si trova all’interno del labirinto), il paziente ha sollievo già dalla terapia riabilitativa. Le manovre, definite anche liberatorie, si eseguono tramite rapidi movimenti della testa e del corpo del paziente allo scopo di riportare gli otoliti alla loro sede naturale. Le manovre effettuate dallo specialista hanno nomi diversi in base alle strutture del labirinto interessate e il paziente può stare meglio in pochi minuti, specie in caso di vertigine definita parossistica posizionale benigna, che insorge con i movimenti della testa. Se la manovra è efficace, se cioè gli otoliti si riposizionano correttamente – conclude l’esperto – il paziente proverà una violenta vertigine liberatoria in cui l’ambiente gira nella direzione opposta a quella originaria e starà subito meglio».
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