L’ecografia in gravidanza è un esame non invasivo che usa gli innocui ultrasuoni per effettuare una precisa valutazione della crescita e della vitalità fetale, della sua anatomia, del suo sviluppo e benessere.
Quante ecografie sono consigliate in gravidanza?
In una gravidanza fisiologica, le ecografie consigliate sono 3:
- ecografia del primo trimestre: serve a determinare il numero degli embrioni o dei feti, visualizzare l’attività cardiaca fetale, determinare con buona precisione l’epoca della gravidanza, valutare l’anatomia, la crescita e la posizione del feto.
- ecografia del secondo trimestre (19-22 settimana): se non è stata effettuata l’ecografia del primo trimestre, serve a determinare il numero e le dimensioni dei feti, visualizzare alcuni organi e apparati. Come screening delle anomalie fetali, secondo l’esperienza acquisita, l’ecografia del secondo trimestre permette di identificare eventuali malformazioni fetali, in percentuale variabile a seconda degli organi con una sensibilità di circa il 20-50%, oltre a misurare alcune parti del corpo e confrontarle con le curve di riferimento per valutare lo sviluppo fetale atteso per l’epoca della gravidanza, oltre a controllare il liquido amniotico, visualizzare la sede di inserzione placentare e la localizzazione della placenta. Non tutte le anomalie fetali sono diagnosticate all’ecografia del secondo trimestre poiché possono svilupparsi o manifestarsi più tardivamente in gravidanza, oppure a causa della posizione fetale non vengono identificate durante lo screening.
- ecografia del terzo trimestre (30-32 settimana): serve a verificare l’accrescimento del feto, visualizzare i suoi organi e apparati, e controllare il liquido amniotico e la localizzazione della placenta. L’esame ecografico nel terzo trimestre di gravidanza è utilizzato per diagnosticare condizioni che si associano con un aumento della morbilità perinatale come il feto piccolo per l’epoca gestazionale, il feto grande per l’epoca gestazionale e la presentazione podalica.
La gravidanza gemellare presenta un maggior rischio di complicanze materne, di mortalità e morbilità perinatale rispetto alla gravidanza con feto unico. In considerazione dell’aumentato rischio di complicanze, le donne con gravidanza gemellare richiedono un monitoraggio ecografico più frequente.
Quali sono i rischi dell’ecografia ostetrica?
L’esame non presenta rischi né per la mamma né per il feto, ed è ripetibile ogni volta che c’è l’indicazione.
Perché può essere necessario ripetere l’ecografia?
L’ecografia ostetrica è un esame comune che può presentare difficoltà perché il feto è di piccole dimensioni e spesso in movimento all’interno della placenta e del liquido amniotico.
Particolari condizioni materne quali obesità, fibromi uterini, cicatrici, quantità di liquido amniotico, o la posizione del feto, possono ostacolare l’esecuzione dell’esame ecografico, allungarne i tempi o richiedere la ripetizione dell’esame.
Quando si possono rilevare le malformazioni fetali con l’ecografia?
A parte rare eccezioni, non esistono anomalie fetali sempre individuabili con certezza. Dati europei identificano una capacità media del 31% nell’identificare le anomalie fetali con l’ecografia del secondo trimestre. La possibilità di identificare un’anomalia, infatti, non dipende necessariamente dalla sua gravità, ma soprattutto dalle sue dimensioni. Inoltre, l’accuratezza dello studio ecografico può essere limitata dalla posizione del feto in utero, dalla ridotta quantità di liquido amniotico, e da diversi altri fattori che possono alterare l’immagine ecografica.
L’ecografia permette di sospettare anomalie genetiche?
In merito al sospetto di anomalie genetiche, l’ecografia del secondo trimestre non ha lo scopo di individuarle o sospettarle, oltre al fatto che non tutte le malattie genetiche presentano malformazioni rilevanti ed evidenziabili all’esame ecografico.